Skip to main content

La storia di belle, la beagle che ha salvato il suo proprietario chiamando il pronto soccorso

News Redazione -

Belle è una cagnolina che ha salvato il suo padrone da morte certa chiamando il pronto soccorso. Kevin Weaver è un cittadino residente in Florida, e ha deciso di prendere un quattro zampe che possa fargli compagnia. La sua scelta ricade su Belle: si tratta di una beagle vivacissima che non riesce a trovare famiglia proprio per la sua esuberanza: Kevin però non ritiene questo aspetto un problema, e la prende con sé.L'uomo è affetto da diabete: una volta adottata, Belle viene educata come "cane infermiere": dopo essersi iscritti ad un corso, Kevin e Belle hanno imparato varie cose. Soprattutto la cagnolina ora sa riconoscere i livelli di zuccheri nel sangue del suo padrone, basta che gli annusi l'alito ogni ora.E' la mattina del 7 febbraio 2006 quando Kevin si sveglia con uno strano senso di vertigine. Belle gli si avvicina e inizia ad abbaiare per ricordare al suo padrone di prendere le medicine: l'uomo è però troppo intontito e non capisce cosa Belle sta cercando di dirgli, e così la porta a spasso credendo volesse semplicemente uscire.Una volta rientrati però Kevin sviene sul pavimento. Belle ha capito che la sopravvivenza del suo padrone dipende da lei, e non si perde d'animo: cerca subito il cellulare dell'uomo, e una volta trovato spinge il tasto 9 con i denti. Durante il corso aveva anche imparato a premere il tasto 9 del telefono, tramite il quale viene inoltrata una chiamata rapida al servizio soccorsi.Appena l'operatore risponde, Belle inizia ad abbaiare: smetterà solo appena vedrà l'ambulanza arrivare davanti alla porta di casa. Così Kevin si salvò, grazie all'incredibile intervento della sua cagnolina e del pronto soccorso locale. Una volta ripresosi, l'uomo ha dichiarato: "Sono convinto che se non fosse stata con me quella mattina, oggi non sarei quei. Comunque Belle non è solo la mia salvatrice, ma soprattutto la mia migliore amica".Potrebbe interessarti anche https://razzedicani.net/i-cani-fiutano-il-diabete-la-storia-di-magic/

[video] tg cinofilo, sperimentazione sui beagle: un silenzio assordante

News Redazione -

Sperimentazione sui Beagle: in alcuni paesi è una pratica ancora in atto.Le sperimentazioni sugli animali sono uno dei capitoli più oscuri della storia dell’umanità, anche se i ricercatori soprattutto nel settore medico e farmacologico continuano a sostenere tutto il contrario, come emerso dalla recente deroga approvata dalla Commissione Affari Costituzionali di una proroga in Italia di tre anni per gli esperimenti effettuati sugli animali per droghe, tabacco, alcol e xenotrapiantiha, ovvero, trapianti di organi tra diverse specie. Nonostante siano state realizzate delle vere e proprie battaglie per vietare la sperimentazione per cosmetici e tante altre ricerche inutili che provocano solo la sofferenza agli animali in tutto il mondo, c’è ancora tanta strada da percorrere.E’ uno degli appelli lanciati e su cui si batte la organizzazione internazionale Humane Society nell’ambito di una campagna contro i test per pesticidi sugli animali che durante le ricerche e sperimentazione muoiono di avvelenamento. La stessa organizzazione ha ricordato che molti paesi ancora consentono questo tipo di sperimentazione di pesticidi come diserbanti e insetticidi su tanti animali, tra i quali uno studio denunciato dalla Humane Society che sperimenta sui Beagle. Secondo quanto evidenza l'organizzazione, i cagnolini vengono avvelenati giornalmente costretti a mangiare del cibo o una capsula con del pesticida per un anno intero.Questo test è stato già vietato in molti territori come Stati Uniti, Unione Europea, India, Brasile e Canada ma rimangono degli studi richiesti in alcuni paesi come Giappone e Corea del Sud per poter mettere in commercio questi prodotti.“Sono dei test crudeli e inutili ancora in corso per soddisfare questi due paesi”, denuncia la Humane Society.Troy Seidle, Direttore di Ricerca e Tossicologia dell'organizzazione ha diramato un comunicato con il quale fa sapere le condizioni disumane alle quali sono sottoposti i cani: “Poverini, non hanno mai conosciuto l’erba. La loro vita è molto breve nelle gabbie di metallo. Dal momento in cui vengono presi dalle loro madri, i cuccioli di beagle utilizzati nei test, devono sopportare sofferenze atroci per la sperimentazione dei pesticidi. Dietro le porte chiuse a chiave, questi cani vengono lentamente avvelenati, costretti a ingoiare pillole o mangiare del cibo con sostanze chimiche, ogni giorno per tutto un anno, fino a quando non vengono uccisi e sezionati”. Humane Society è l’unica organizzazione di protezione animale che sta operando in Corea del Sud e Giappone, trattando attivamente con le autorità governative competenti per far abolire questi tipi di test molto crudeli. Al contempo, la Human Society chiede la collaborazione di tutti, tramite una petizione internazionale che puoi firmarla anche tu su: Save dogs from cruel pesticide poisoning! Molte delle immagini sono shoccanti e documentano questa terrificante realtà che non viene mai mostrata. E’ il momento di farlo!

Beagle-Harrier

Beagle-harrier: due razze per un cane armonioso

Curiosità Redazione -

Conosciamo insieme il Beagle-Harrier Il Beagle-Harrier nasce dall’incrocio tra il famosissimo Beagle inglese, da cui ha ereditato la vivacità e la passione per la caccia, e l’Harrier, da cui ha invece ereditato l’intelligenza, l’olfatto eccezionale e la resistenza. Lo scopo di questo incrocio voleva essere quello di dare vita ad un cane da caccia che avesse maggiori attitudini venatorie del Beagle Inglese. Inizialmente il risultato fu piuttosto lontano dalle aspettative. Fu Gerard Grandin che riuscì a creare quella che oggi è, a tutti gli effetti, la razza canina riconosciuta come Beagle-Harrier. Il riconoscimento della FCI è recente e risale al 1974. Cane instancabile, intelligente, ubbidiente, questo animale dà il meglio di sé nella caccia alla lepre e al cinghiale. È utilizzato prevalentemente in Francia ma anche in Italia, soprattutto nella zona della Pianura Padana, possiamo trovarne degli esemplari utilizzati specificatamente per la caccia al cinghiale. Questa è una razza canina leggera, nonostante le sue dimensioni più grandi è più leggero del Beagle, ed elegante e dal caratteristico manto tricolore. È un cane resistente e rustico che si adatta bene a tutte le tipologie di terreno e anche alle diverse condizioni climatiche.  Quando è in caccia rende meglio se lavora in muta. Questo ci fa capire che i rapporti con gli altri cani per lui non sono assolutamente un problema. Così come non lo sono con i bambini. Il Beagle-Harrier è un cane affettuoso ed è un grande giocherellone. Non è infrequente che sia lui stesso a cercare le coccole. Instaura un rapporto molto forte con il suo padrone a cui obbedisce sempre senza problemi. La sua intelligenza, la lealtà e la sua predisposizione ad obbedire agli ordini lo rendono addestrabile con facilità. Il Beagle-Harrier, nonostante sia per sua natura un cane da caccia, può essere anche uno splendido cane da compagnia, vista la sua natura mite, giocosa e dolcissima. Attenzione però, questo cane è un gran camminatore e ha bisogno di fare tantissimo movimento. Non è propriamente un cane da tenere in appartamento. L’ideale sarebbe avere un giardino o in alternativa essere dei padroni dinamici e amanti del movimento così da garantirgli tantissimo esercizio ogni giorno.  La nascita del Beagle-Harrier Il Beagle-Harrier nasce quando, nel 18° secolo, degli appassionati di caccia, poco soddisfatti delle capacità venatorie del Beagle inglese, hanno azzardato l’incrocio tra la razza del Beagle inglese e l’Harrier. Lo scopo era quello di ottenere un cane da caccia di taglia più grande e con un’attitudine maggiore alla caccia del Beagle.  Sembra però che le prime cucciolate frutto di questi incroci non diedero dei risultati moto soddisfacenti e gli obiettivi raggiunti furono molto lontani da quelli che ci era prefissati. Il club francese del Beagle-Harrier venne istituito nel 1921 e fu in questa sede che si elaborò il primo standard ufficiale di questa razza canina. L’intento era quello di affermare come carattere dominante quello dei Beagle. Il risultato però, come abbiamo detto, fu scadente e originò cani che sembravano Beagle brutti, goffi e apatici. Fu solo con il tempo che si riuscì a perfezionare e a fissare i caratteri di questa nuova razza. Il primo allevatore e il primo che si servì di una intera muta di Beagle- Harrier fu Gerard Grandin de l’Eprevier.  Il risultato del suo lavoro è, oggi, un cane eccellente nella seguita sia sulla lepre che sul cinghiale. La razza del Beagle-Harrier è stata riconosciuta e classificata dalla FCI di recente, per l’esattezza nel 1974, quando fu assegnata la gruppo dei segugi per pista di sangue. Al giorno d’oggi il Beagle-Harrier gode di grande considerazione in Francia da parte dei segugisti, primeggiando anche nella caccia agli ungulati e spesso dando bella mostra di sé nelle competizioni più importanti. In Italia è molto meno utilizzato ma un certo numero di estimatori lo utilizzano con successo nella caccia alla lepre e al cinghiale.Armonia ed equilibrio lo contraddistinguono Il Beagle-Harrier è un cane di taglia media, armonioso ed equilibrato. Ha un portamento leggero (più del Beagle inglese) ed elegante. Morfologicamente è classificato come braccoide.  La prima cosa che attira l’attenzione in merito al suo aspetto è il suo manto tricolore (bianco, nero e marrone scuro o chiaro) con focature più o meno pallide o carbonate. Lo standard ammette anche i tricolori grigi o i bianco-grigi (colori che gli derivano dall’incrocio con l’Harrier). Il suo pelo è spesso, piatto e non troppo corto. Fisicamente il Beagle-Harrier si presenta con una muscolatura forte e ben sviluppata con spalle lunghe ed oblique. Il cranio è di grandezza media e abbastanza largo. Il muso, di lunghezza pari a quella del cranio, non è mai quadrato e ha una canna nasale dritta.  Il collo è sciolto ed appena arcuato. Gli arti sono solidi e robusti e si adattano ad ogni tipologia di terreno. Il tartufo è nero e ben evidente.  Le orecchie sono piatte, lunghe e larghe, pendenti lungo la testa e leggermente arrotondate nella parte inferiore.  Ha una coda di lunghezza media portata alta. Gli occhi sono di colore scuro e gli conferiscono un’espressione intelligente, vivace e fiera. Ha un andatura sciolta e vivace con una spiccata agilità. Il Beagle-Harrier ha un’altezza che varia tra i 45 e i 50 cm e un peso che si aggira tra i 20 e i 25 kg. Ha un vita media che va dai 10 ai 12 anni. Questa razza canina gode di buona salute e non è, allo stato attuale, conosciuta alcuna patologia tipica della razza stessa. Cane resistente e rustico si adatta bene ad ogni condizione atmosferica e temperatura.Cane da caccia ma anche da compagnia Il Beagle-Harrier è una razza canina leale, affettuosa e molto vivace. E’ intelligente, coraggioso e anche se è per indole una cane da caccia è adatto anche alla vita domestica e può essere impiegato come cane da compagnia. E un cane affettuoso e giocherellone ed è adatto anche in presenza di bambini. Ama essere coccolato e può capitare che sia lui stesso a richiedere le coccole, soprattutto al suo padrone, anche con insistenza. Non ci sono problemi nemmeno con altri cani con cui è generalmente molto buono. Si lega molto al padrone, che segue con devozione e ascolta sempre con attenzione senza mai stancarsi. La persona che lo accudisce non necessita di avere grandi doti da educatore, data la facilità con cui questa razza comprende ciò che gli viene richiesto. Deve però essere disponibile a portarlo fuori spesso. Non è un cane da salotto ma un cane dall’inesauribile energia ed è un grande camminatore, per questo necessita di spazi aperti e di tantissimo movimento. Vista la sua tonicità è adatto ad ogni tipo di terreno. Il Beagle-Harrier ha ereditato dal beagle la passione per la caccia, la gioia, la vivacità e la voce armoniosa, mentre dall’Harrier l’eccezionale olfatto, l’intelligenza e la grandissima resistenza.Tutti a caccia con il Beagle-Harrier Per quanto riguarda la caccia, il Beagle-Harrier rende meglio se utilizzato in muta. Eccelle in particolar modo nella caccia alla lepre e al cinghiale. E’ un segugio veloce e perspicace, resistente e capace di spingere con vigore la preda. Quando è a caccia la sua andatura deve essere sempre al galoppo spigliato e sostenuto nella seguita. Quando è in cerca la testa il muso è quasi incollato al terreno mentre quando è in seguita è portata leggermente più alta. La coda è a mezz’aria con movimenti in direzione orizzontali o in senso rotatorio.  La voce è un ululato con timbro chiaro e vibrante che si fa sentire anche da lontano. Il Beagle-Harrier è stato selezionato in Francia appositamente per la caccia alla lepre. Per questo tipo di caccia, viene usato in piccole mute ma è impiegato in equipaggi più numerosi per la caccia a forzare. Oltre alla lepre, come abbiamo detto, questi cani sono ottimi anche per la caccia al cinghiale. In Italia è utilizzato soprattutto nella Pianura Padana proprio per quest’ultima tipologia.

cane obeso

Cane obeso: conseguenze, problemi e dieta

Alimentazione Redazione -

Cane obeso: un fenomeno in aumento Il numero di cani obesi è in costante aumento, tanto da raggiungere in alcuni paesi europei il 50% della popolazione canina. Nelle nostre opulente società occidentali il sovrappeso e l’obesità sono ormai diventate una vera e propria “piaga sociale”, e ciò vale non solo per noi essere umani, ma anche per i nostri amici a quattro zampe. Molto spesso infatti lo stile di vita scorretto che noi conduciamo si riflette anche sui nostri amati “pelosi”. Un cane si considera in sovrappeso quando il suo peso corporeo è del 5-20% superiore al peso previsto per la razza, mentre è considerato obeso quando il suo peso supera di oltre il 20% quello standard. Già a prima vista possiamo renderci conto che il nostro è un cane obeso: quando le anse che ogni cane ha sui fianchi incominciano a non essere più ben definite o addirittura scompaiono, e il tronco appare come un unico “blocco” uniforme, dobbiamo chiederci se il nostro cane non sia troppo grasso. È sempre bene porre questa domanda al veterinario, che farà un attento esame, volto a misurare la percentuale di massa grassa in rapporto alla massa magra, per avere una valutazione completa dello stato fisico del nostro animale. Questo è un primo importante passo che porta il padrone a prendere coscienza del problema dell'obesità nel cane: molti infatti non riconoscono o non ammettono il sovrappeso del proprio cane, che in molti casi, è determinato da sbagliate abitudini alimentari messe in atto dallo stesso proprietario.Obesità nel cane: causeUn regime dietetico non equilibrato: troppo spesso il padrone vede nel cibo una fonte di gratificazione per il cane e un modo per dimostrargli il proprio affetto, quindi tende a iperalimentarlo, dandogli cibo fuori pasto, magari allungandogli dalla tavola bocconi non adatti a lui o concedendogli troppi “premi” sotto forma di snack e biscotti, ogni volta che il cane ne fa richiesta; Una scarsa attività fisica: per bruciare le calorie che ingerisce il cane, come del resto noi umani, ha bisogno di fare movimento. Molte volte però il padrone, preso da mille impegni, non riesce a trovare il tempo necessario per la passeggiata quotidiana con il suo quattrozampe, che finisce per condurre una vita troppo sedentaria e quindi a maggiore rischio obesità; La sterilizzazione o castrazione del cane è spesso un fattore che incide negativamente sull’aumento di peso: quando il cane viene sterilizzato il suo metabolismo subisce dei mutamenti che provocano un aumento dell’appetito e quindi una tendenza ad ingrassare; L’appartenenza ad alcune razze è un elemento che predispone all’ obesità nel cane: in particolare i Retriver (Golden e Labrador), i Beagle, l Bassotti, i Cocker Spaniel sono geneticamente tendenti al sovrappeso; L’età è un altro elemento che può aumentare il rischio di obesità: più il cane è anziano e meno avrà voglia di giocare e fare movimento, magari anche per il sopraggiungere di malattie o problemi nella deambulazione, esponendosi quindi ad una maggiore probabilità di diventare obeso.Cane obeso: conseguenze e problemi Essere un cane obeso non è solo un problema estetico, ma può essere soprattutto causa di importanti problemi di salute. Come per noi umani infatti l’obesità è un fattore che aumenta l’incidenza di gravi patologie, quali il diabete mellito, in cui un malfunzionamento del pancreas causa l’incapacità dell’organismo di produrre la giusta dose di insulina e quindi di regolare la quantità di zuccheri presenti nel sangue, che aumentano oltremisura, andando col tempo a danneggiare molti dei principali organi vitali, come i reni o il cuore. L’insulina inoltre governa il senso di sazietà nel cervello, quindi una scarsa produzione di questo ormone genera un costante stimolo alla fame, dando vita ad un circolo vizioso ancor più pericoloso. L’obesità causa anche problemi cardio-circolatori, ipertensione, difficoltà respiratorie, dermatiti e problemi articolari: soprattutto nei cani anziani, il dover sostenere un peso superiore a quello per cui le articolazioni sono predisposte, provoca o peggiora patologie a carico dell’apparato locomotore.Cane obeso: come fare? È importante cercare di combattere, ma soprattutto prevenire l’insorgere del sovrappeso e dell'obesità nel cane. Per farlo basta seguire alcune semplici regole che, se osservate costantemente, condurranno ad uno stile di vita sano e regolare.un’alimentazione equilibrata: somministrare al proprio cane la giusta quantità di cibo, in base alla taglia, alla razza e all’età dell’animale, senza essere troppo indulgenti quando il vostro adorato quattrozampe vi guarda con occhi pietosi in cerca di cibo. Uno snack ogni tanto può essere concesso, ma senza esagerare e senza mai superare le dosi consigliate sulle confezioni. La dieta va calibrata anche in rapporto allo stato di salute e all’attività fisica del cane: un animale impegnato frequentemente in esercizi sportivi (ad esempio l’agility dog) disperderà maggiori energie e quindi avrà bisogno di un più alto apporto nutritivo; il movimento costante: il cane ha bisogno di fare moto! I nostri “peolsi” non sono nati per poltrire sul divano di casa: un’attività fisica regolare (almeno una mezz’ora quotidiana di passeggiata) è fondamentale per garantire al cane uno stato di salute ottimale, ma anche un giusto equilibrio mentale. Del resto, una piacevole camminata con il nostro migliore amico è un toccasana anche per il padrone, che potrà così condividere con il proprio animale un momento di svago e di benessere; nei casi di obesità resistente, in cui nemmeno il cambiamento dello stile di vita riesce a dare risultati ottimali, il veterinario potrà prescrivere anche dei farmaci specifici, che riducono il senso di fame e l’assorbimento di grassi. Come effetti collaterali possono provocare episodi di vomito o diarrea, che però generalmente si risolvono dopo le prime settimane di somministrazione.

Ansia da separazione del cane

L'ansia da separazione del cane: sintomi e rimedi

Comportamento Redazione -

Ansia da separazione del cane: cos'è e come si può curare Uno dei motivi per cui più di frequente i padroni degli amici a quattro zampe si rivolgono ad un esperto in problemi comportamentali è la cosiddetta ansia da separazione del cane. Si tratta di una vera e propria patologia, un disturbo del comportamento che può interessare cani di ogni età o razza. L’ansia da separazione del cane si manifesta quando il nostro fedele amico è costretto a restare lontano dal padrone o comunque dalle sue figure di riferimento; ecco così che, ad esempio, quando uscite per andare al lavoro, il vostro cane, abitualmente dolce, giocherellone e mansueto, si “trasforma” in un uragano domestico, distruggendo tutto ciò che trova alla sua portata, abbaiando furiosamente o raspando porte e muri, come volesse aprirsi una via di fuga. Se al vostro ritorno stentate a riconoscere casa vostra e ogni volta dovete fare la conta dei danni, molto probabilmente il vostro cane soffre di ansia da separazione! Eh sì, perché bisogna aver ben chiaro che per il cane è una vera e propria sofferenza, una tortura quotidiana, come dimostrano i molteplici segnali che identificano inequivocabilmente questo problema: una volta rimasto solo il cane cade in uno stato di ansia, che si manifesta di solito entro la prima mezz’ora di assenza del padrone.Questo si può trasformare in un vero e proprio attacco di panico, che dà origine a tutta una serie di sintomi o reazioni incontrollate:tachicardia (accelerazione del battito cardiaco); respirazione accelerata; salivazione eccessiva; depressione; agitazione motoria: ad esempio correre nervosamente da una parte all’altra della casa; urinazione incontrollata: fare pipì dappertutto e più volte, anche nell’arco di un periodo di tempo ristretto; autolesionismo: leccarsi insistentemente in uno stesso punto, procurandosi delle escoriazioni; iniziare a rosicchiare mobili e a ridurre in brandelli divani, tende, tappeti, sfogando l’ansia distruttrice su qualsiasi oggetto della casa; abbaiare, ululare o piangere insistentemente per ore; raspare pavimento, porte, muri, fino talvolta a spezzarsi le unghie o a ferirsi; rifiutare il cibo che gli viene offerto e mangiare solo dal padrone; mostrare eccessive manifestazioni di gioia al vostro rientro.Molte volte le avvisaglie dell’ansia di separazione nel cane iniziano già quando il padrone è ancora in casa, ma tutti i suoi movimenti fanno capire al quattrozampe che sta per uscire. Il cane incomincia a girargli attorno in stato di agitazione e, a volte, tenta anche di trattenerlo fisicamente dall’andar via, afferrandogli i pantaloni con i denti o frapponendosi tra lui e la porta d’ingresso.Ansia da separazione del cane: le cause Ci sono alcune razze in un certo senso più predisposte di altre a sviluppare ansia da separazione, come tutti i cani caratterizzati da un forte attaccamento al padrone (Dobermann e molossoidi in genere, cani da conduzione di greggi), così come i cuccioli che sono stati tolti troppo prematuramente alla madre; nella maggior parte dei casi però la causa inconsapevole dell’ansia da separazione del cane siamo proprio noi padroni. Molto spesso, ricoprendo il nostro cane di coccole continue, dispensando premi anche quando non dovuti e non richiesti, tenendolo sempre in braccio, non facciamo altro che diminuire l’autostima del cane e contemporaneamente accrescere a dismisura il senso di dipendenza che l’animale ha nei nostri confronti. Un atteggiamento iperprotettivo verso il nostro cane può solo danneggiarlo, perché quando non siamo con lui, il nostro fedele amico si sentirà letteralmente sperso e insicuro e da lì nascerà la sua sindrome di ansia da separazione. Si dice spesso che i cani abbandonati, presi dai canili, sono più inclini a sviluppare questo problema: è vero fino ad un certo punto, perché spesso siamo noi umani a indurre in loro l’ansia da separazione. Consci dell’infelice passato del nostro nuovo amico, lo ricopriamo di attenzioni a volte morbose, pensando di “ripagarlo” in un certo senso dell’amore che non ha avuto in precedenza, ma inneschiamo in questo modo nel cane quel processo di totale dipendenza da noi, che nel momento in cui ci allontaniamo da lui, lo indurrà effettivamente a temere che anche noi lo stiamo abbandonando.Ansia da separazione del cane: cosa fare Se il vostro cane è affetto da ansia di separazione la cosa migliore da fare è rivolgersi ad un professionista del settore, un esperto di comportamento canino, perché non tutti i cani rispondono agli stessi trattamenti ed è necessario quindi intraprendere un percorso mirato sulla soggettività del cane – e anche del padrone, visto che si tratta proprio di un problema nella relazione tra cane e padrone.Ma come curare o prevenire l'ansia da separazione del cane? Ecco alcuni comportamenti utili: ABITUARE IL CANE A STARE DA SOLO GRADUALMENTE: Iniziate quando è ancora cucciolo a lasciarlo in casa da solo, prima per brevi periodi, per poi andare gradualmente aumentando la durata della vostra assenza (allontanatevi per 10 minuti, poi per un quarto d’ora e così via). Soprattutto all’inizio rimanete nelle vicinanze, in modo da rientrare prima che il cane inizi a dare segni di ansia da separazione; così capirà che non lo state abbandonando, ma che ritornerete sempre da lui. LASCIATE AL CANE I SUOI SPAZI: anche quando siete in casa col vostro cane non state sempre morbosamente “appiccicati” a lui e viceversa: ogni tanto potete anche rimanere in stanze diverse, prendendovi un po’ di spazio per entrambi; non significa che vi amiate di meno… NON FATELO ANNOIARE: spesso la noia accentua l’ansia da separazione del cane. Quando uscite potete lasciare al cane dei giocattoli anti-stress, giochi d’intelligenza che lo terranno occupato diminuendo la sua frustrazione, oppure, prima di lasciarlo in casa da solo, portatelo a fare una passeggiata, a giocare al parco con altri cani, in modo che sfoghi la propria energia e arrivi più tranquillo e sereno al momento della separazione. MANTENETE UN CERTO “CONTEGNO”: prima di andare via comportatevi naturalmente, senza ricoprirlo di eccessive attenzioni e, quando rientrate, se il vostro cane vi riempie di festeggiamenti eccesivi, ignoratelo finché non si calma: solo allora potrete salutarlo adeguatamente.

I cani fiutano i tumori

I cani fiutano i tumori: ma come fanno?

Training Dog Redazione -

I cani fiutano i tumori: la natura straordinaria dei nostri quattro zampe. Che i cani siano non solo i migliori amici dell’uomo, ma anche dei collaboratori preziosi e insostituibili in molte attività anticrimine e di ricerca è ormai cosa nota. Grazie al loro finissimo olfatto sono in grado di scovare la presenza di droga e altre sostanze illegali, di avvertire tracce molecolari di persone scomparse, di trovare vittime di valanghe o di terremoti, sepolte sotto metri di neve o cumuli di macerie. Ma non solo! È ormai scientificamente appurato che i cani fiutano i tumori e la loro presenza, individuandoli ancor prima dei metodi diagnostici all’avanguardia che la scienza mette oggi a disposizione. La prima testimonianza di questa incredibile capacità olfattiva dei cani (il senso dell'olfatto canino è fino a 100.000 volte più potente del nostro) risale al 1989, quando venne pubblicata la notizia di un medico britannico che, dopo aver visto il proprio dalmata annusare insistentemente un neo sulla gamba della moglie, fatti i dovuti accertamenti clinici, seppe che si trattava di un tumore maligno. Da allora sono stati avviati diversi studi scientifici nell’ambito della comunità medica internazionale, volti ad appurare la veridicità di quella intuizione e tutti, nell’arco di circa un trentennio, hanno confermato che i cani fiutano i tumori ancora allo stadio iniziale, quando nemmeno i più sofisticati esami di laboratorio riescono ancora ad individuarli. Tra gli ultimi lavori presentati in materia, a inizio aprile all'Experimental Biology meeting 2019, a quattro beagle è stato insegnato a riconoscere i campioni di sangue positivi per il tumore maligno al polmone. I risultati sono stati molto precisi, come dichiarato dai ricercatori impegnati nello studio: l'accuratezza delle diagnosi sfiorava il 97%. Va da sé che questa scoperta ha una rilevanza enorme ai fini della diagnosi precoce e, di conseguenza, apre nuove strade alla possibilità di intervenire quando la malattia è appena insorta e ci sono maggiori probabilità di cura e di successo. E come se non bastasse, pare che l’attendibilità del tartufo canino sia, nella maggior parte dei casi, superiore al 90%, fino a sfiorare talvolta la perfezione.I cani fiutano i tumori: ecco come In che modo il fiuto del cane riesce ad avvertire la presenza delle cellule tumorali? Anzitutto va precisato che i cani specializzati nella ricerca del cancro sono il frutto di un costante e sapiente addestramento: quindi è necessario che l’innata predisposizione di questi animali venga incentivata e indirizzata nella maniera corretta da esperti educatori, così da poter sviluppare appieno la propria potenzialità. Basta vedere questi cani all’opera per rendersi conto di quale accurato lavoro ci sia dietro: nella diagnosi del cancro alla prostata, ad esempio, vengono fatti fiutare al cane dei campioni di urina, trattata in modo che possa liberare dei corpuscoli volatili, meglio annusabili dal cane. Se l’animale non rileva nessuna traccia sospetta rimane in piedi, fissando il suo addestratore; quando invece fiuta la presenza della malattia, il cane si siede o si sdraia a terra. Con lo stesso metodo, oltre al cancro prostatico, si possono individuare anche altre tipologie di tumore: annusando l’alito di una persona il cane è in grado di fiutare la presenza di cancro al seno, alla pelle, all’intestino e ai polmoni, riuscendo a non farsi fuorviare nemmeno da eventuali altre patologie in corso ai danni dell’organo in analisi, come la BPCO (Bronco pneumopatia cronico ostruttiva) nel caso del tumore polmonare.I cani fiutano i tumori: e in Italia come va la ricerca? Anche nel nostro paese la ricerca di settore è stata avviata da anni, in particolare presso il Centro Veterinario Militare di Grosseto, sotto la guida del dottor Gianluigi Taverna - responsabile di Urologia presso Humanitas Mater Domini di Castellanza (Varese) -, che si è avvalso della collaborazione di due pastori tedeschi, Liù e Zoe, precedentemente cani anti-mina, poi addestrati alla meno cruenta ricerca di cellule cancerose prostatiche. Ecco le sue dichiarazioni: "Nonostante gli sforzi, a oggi non sappiamo quale sia lo specifico pool di molecole che compone l’odore del tumore; l’unica cosa nota è che si tratta di odori cancro-specifici, ossia ogni tipo di tumore ha il suo odore caratteristico. Siamo tuttavia ancora in fase di ricerca e attualmente il cane non può essere impiegato nella routine clinica". Oltre a confermare l’incredibile abilità dei cani, l’importanza di questi studi – ha sottolineato il direttore del team di scienziati – è che hanno fatto capire ai ricercatori che le molecole tumorali emanano un particolare odore che le contraddistingue, grazie al quale l’olfatto del cane può fiutare la presenza della malattia. Le cellule che costituiscono il cancro infatti hanno un metabolismo specifico che genera un insieme di componenti di azoto e di idrocarburi, tali da produrre delle esalazioni caratteristiche, che solo il naso dei cani riesce a fiutare. Anche qualora vi fossero molti più studi e meta-analisi che confermassero l'abilità e la precisione dei cani nel diagnosticare i tumori, risulterebbe comunque difficile che questi animali possano rappresentare il futuro della diagnosi. Anche a loro può capitare una giornata storta, non sono delle macchine. Tuttavia, la ricerca condotta sul loro lavoro potrebbe aiutare lo sviluppo di strumenti che replichino la loro abilità, come il naso elettronico, un sistema biomimetico che cerca di replicare l’apparato olfattivo. La nuova sfida della scienza ora consiste nell’individuare le molecole cancerose che annusa il cane, così da realizzare un nuovo strumento diagnostico capace di riconoscere il loro odore, una sorta di “tartufo elettronico”.

obesità cane

Obesità del cane: ecco quello che puoi fare

News Redazione -

Come per l’uomo anche per gli animali domestici si registra un aumento dell'obesità; le conseguenze di un notevole eccesso di grasso corporeo nei cani sta diventando un argomento importante tra i veterinari. Questo articolo nasce dalla volontà dei veterinari di veterinarioincitta.it di sensibilizzare i proprietari, ma anche noi dottori, affinché si dia attenzione a questo argomento.Nel cane, un eccesso del tessuto adiposo superiore al 20 per cento rispetto al peso ideale è considerato il limite oltre il quale si parla di obesità. Il 35% dei cani presenta problemi di obesità; la percentuale aumenta se prendiamo in considerazione solo cani di mezza età. Conseguenze fatali L'effetto dell’aumento del tessuto adiposo causa molteplici effetti sul corpo: deterioramento dovuto alla compressione sugli organi e alla pressione eccessiva sulle articolazioni.Inoltre l'obesità è strettamente connessa la progressione di patologia come i tumori, malattie cardiorespiratorie, urogenitali ed endocrine, malattie dermatologiche e disturbi ortopedici. Cause dell’obesità nei cani La principale causa dell'obesità è l'eccesso di cibo; nelle prime fasi della vita, l'eccesso di cibo provoca la proliferazione delle cellule adipocitiche, che porta all'obesità ipertrofica-iperplastica, mentre l'eccesso di cibo nelle fasi successive provoca solo l'obesità ipertrofica.Un gran numero di cani ha un peso stabile, ma la scarsa attività, la noia, lo stress e altri problemi comportamentali possono portare a un consumo esagerato di cibo e, di conseguenza, al sovrappeso e all’obesità.Anche le diete mal bilanciate possono causare uno squilibrio energetico e, quindi, sovrappeso e obesità. Un altro fattore direttamente correlata allo sviluppo dell’obesità è la genetica; in particolare, il Golden Retriever, il Bassotto, il Labrador, il Beagle e il Cocker Spaniel hanno maggiori probabilità di essere in sovrappeso.L'aumento di peso può essere indotto anche dalla sterilizzazione; soprattutto gli esemplari di sesso femminile hanno maggiore rischio di accumulo di grasso corporeo. Per evitare l'obesità indesiderata dopo la sterilizzazione è necessario cambiare la dieta al cane. Cosa posso fare per contrastare l’obesità del cane? I due fattori più importanti per combattere l’obesità del tuo cane sono l'esercizio fisico e un adeguato piano nutrizionale. L’attività motoria è essenziale per ridurre il peso del tuo cane; fategli fare lunghe passeggiate e fatelo correre al parco, ma non forzate le sue abitudini; incrementate il tempo dedicato all’esercizio fisico, ma in maniera graduale, soprattutto se il vostro cane non è più giovane poiché uno sforzo eccessivo potrebbe dare origine a problemi ostearticolari.La perdita del peso deve essere regolata anche secondo un piano nutrizionale che consenta al cane di dimagrire gradualmente. La gestione della dieta nei cani obesi consiste in una riduzione dell'apporto calorico.Il metodo consiste nel ridurre l'apporto energetico, minimizzando la perdita di massa magra e aumentando la perdita di grasso; tuttavia, il punto critico sta nel determinare questi valori e quanto deve essere la perdita di peso. Affidatevi al vostro medico veterinario in modo che gestisca e monitori  tutto il processo.È anche importante che l'intera famiglia sia consapevole del problema e che cooperino con il piano nutrizionale che è stato programmato. Non applicate mai diete sviluppate per le persone al vostro animale domestico.Mai per nessun motivo dare al tuo animale domestico alcun trattamento sviluppato per le persone, questo è estremamente pericoloso perché può portare a gravi disturbi di salute nel tuo animale domestico.Nel caso in cui il cane abbia subito un intervento di sterilizzazione, è importante concordare col veterinario dei controlli per controllare che il suo peso non superi certi livelli. Questo tipo di intervento chirurgico non dovrebbe causare problemi di salute al tuo animale domestico se il peso viene controllato, e l’animale oltre a fare esercizio segue una dieta equilibrataI principali fattori di rischio nei cani e nei gatti includono uno stile di vita sedentario e l'ignoranza delle esigenze nutrizionali e comportamentali di queste due specie; consultare sempre il proprio medico veterinario in modo che possa istruirvi e quindi essere in grado di aiutare a correggere questo problema.

Questi cani segugio hanno salvato 45 rinoceronti dai bracconieri in sudafrica

News Redazione -

Un branco di cani addestrati a proteggere la fauna dai bracconieri in Sudafrica ha salvato 45 rinoceronti in via di estinzione. Quarantacinque rinoceronti sono salvi grazie a un branco di cani, addestrati a proteggere la fauna dai bracconieri in Sudafrica. I segugi addestrati dalla nascita stanno dando un contributo importantissimo per la conservazione e la salvaguardia di animali sempre più sotto attacco come rinoceronti, giraffe ed elefanti, tanto per citare alcuni esempi.I segugi erano arrivati al Kruger National Park nel 2018 a sostegno della ricca fauna selvatica del Mozambico, non a caso il parco stesso è la più grande roccaforte del rinoceronte e per questo, è preso di mira da bracconieri che gestiscono un traffico illegale di prodotti derivanti da animali ed esportati nei paesi asiatici.Alcuni scatti di Sean Viljoen raccontano proprio di questi cani in azione al Southern African Wildlife College nel Greater Kruger National Park. I segugi sono stati addestrati da Johan van Straaten e dal febbraio 2018 hanno salvato 45 rinoceronti“Nell’ultimo decennio oltre 8mila rinoceronti sono stati persi a causa del bracconaggio, e il nostro è il paese più colpito da questo assalto. Nelle aree di pattuglia del Southern African Wildlife College, il tasso di successo dei cani è di circa il 68% utilizzando sia cani da inseguimento liberi che da guinzaglio, rispetto al 3-5% che avremmo senza il loro aiuto”, spiega Johan van Straaten.I cani che sono di varie razze, dai segugi a beagle, svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio, incursione, rilevamento e pattugliamento. “Riuscendo a correre velocemente, riescono a inseguire i bracconieri e impedirgli di portare a termine il loro lavoro”, dice ancora l’addestratore.Salvare 45 rinoceronti non è da poco e il progetto sta contribuendo a garantire la sopravvivenza della ricca biodiversità dell’Africa meridionale e della sua fauna selvatica. Il Sudafrica detiene quasi l’80% della specie di rinoceronte.Sono 8mila i rinoceronti uccisi dal 2008 al 2018 sia per il loro corno usato nella medicina tradizionale cinese, sia come trofeo da caccia che negli anni, in Cina e Vietnam ha assunto il ruolo di status symbol per le classi sociali emergenti. Per questo, il rinoceronte nero è entrato a pieno titolo nella lista di animali in via d’estinzione e secondo le stime ci sarebbero, in generale circa 20mila rinoceronti bianchi e poco più di 5mila i rinoceronti neri.Fonte: greeme.it

[video] un dottore ha creato un rifugio dove ospita cani anziani abbandonati

News Redazione -

Un'iniziativa davvero fantastica quella portata avanti da Russell, un dottore americano che ospita tantissimi cani anziani abbandonati dai loro proprietari. Allontanati perché considerati ormai troppo vecchi, ogni anno le nostre strade continuano a riempirsi di questi cercatori d’amore, ma un dottore dal cuore d’oro ha deciso di fare la differenza.Ha venduto la sua casa perché troppo piccola per poter realizzare quel sogno che non vede confini, così da comprare un nuovo rifugio più confortevole per consentire ai cani anziani abbandonati di vivere gli ultimi anni “in pensione”.L’idea di Russell Clothier, un dottore di Independence nel Missouri, è nata dopo aver svolto per molto tempo del volontariato in vari rifugi e in uno dei tanti il destino gli ha fatto incontrare Shep, una cagnolina anziana abbandonata in cerca di una casa.Quell'incontro inaspettato ha fatto accendere una lampadina nel cuore di Russell, facendogli capire l’importanza di quel gesto speciale che avrebbe potuto essere d'aiuto per tanti altri cani bisognosi. Come si può vedere nel video, insieme a sua moglie, Russell ha fondato lo Shep’s Place Senior Dog Sanctury, un vero rifugio d’amore dotato di tutti i comfort dove qualsiasi cane anziano può sentirsi felice.Il nome del santuario è nato in onore di Shep, un cane di 10 anni, un mix tra un Beagle e un Basset Hound, che è stato adottato proprio dal fondatore del progetto. Shep è un cane molto felice perché ha un divano tutto suo e può trascorrere dei bei momenti in compagnia di altri cani.Fonte: fanpage

Morbo di cushing

Morbo di cushing nei cani (iperadrenacorticismo): cause, sintomi e cura

Salute del cane Redazione -

Il morbo di Cushing nei cani è una malattia con sintomi vari, che non devono essere sottovalutati. L’iperadrenocorticismo canino, più comunemente conosciuto come morbo di Cushing dal nome del suo scopritore, è una malattia più comune nei cani anziani, la cui incidenza cresce con l’aumentare dell’età. Può colpire tutte le razze, anche se alcune come Barbone, Beagle e Bassotto sembrano essere più soggette. Questa patologia è caratterizzata da una produzione eccessiva di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali, collocate subito sopra ai reni, che può avere tre differenti cause:Tumore all’ipofisi: si tratta di una neoplasia che colpisce la ghiandola ipofisaria collocata nel cervello; ciò porta all’aumento di un ormone chiamato ACTH, che va ad iperstimolare le ghiandole surrenali, provocando la produzione anomala di cortisolo. Questa è la causa più frequente di Cushing nel cane, quantificabile attorno all’85% dei casi; Tumori alle surrenali: in questo caso la neoplasia interessa una o tutt’e due le ghiandole surrenali, che iniziano a produrre cortisolo in eccesso; Somministrazione di cortisonici: il Cushing nei cani può essere provocato anche da una massiccia assunzione di corticosteroidi, in dosi eccessive o protratte nel tempo, oppure da una sospensione improvvisa del farmaco, senza la dovuta riduzione a scalare. In questo caso si parla di Iperadrenocorticismo iatrogeno del cane.Morbo di Cushing nei cani: sintomi I sintomi del Morbo di Cushing sono piuttosto vari e a volte possono essere inizialmente sottovalutati dal padrone perché non specifici o attribuibili alla vecchiaia del cane. È invece importante individuare la malattia il prima possibile, perché ciò può contribuire ad una migliore qualità di vita dell’animale e anche a prolungare il decorso della malattia. I primi segni dell’Iperadrenocorticismo nel cane sono:Produzione di abbondanti quantità di urina (poliuria); Minzione in luoghi inappropriati: il cane, anche se non lo aveva mai fatto prima, a volte urina in casa; Aumento della sete (polidipsia); Aumento della fame (polifagia); Ventre a botteA questi sintomi iniziali, che sono quelli che il proprietario può notare e a cui è bene prestare attenzione, ne possono seguire altri a mano a mano che la malattia progredisce:Iperpigmentazione della pelle, che assume una colorazione scura; Perdita di pelo (alopecia); Infezioni urinarie; Ingrossamento del fegato; Debolezza muscolare; Cecità; Tromboembolia polmonareMorbo di Cushing nei cani: diagnosi Per diagnosticare l’Iperadrenocorticismo nel cane il veterinario, oltre ad osservare i segni clinici e a basarsi sulla descrizione dei sintomi da parte del proprietario, avrà bisogno di effettuare alcuni esami specifici per poter avere conferma della diagnosi. Il primo passo consiste generalmente in esami del sangue, che riveleranno un aumento dei globuli rossi, dell’emoglobina, dell’ematocrito e delle transaminasi, oltre a leucogramma da stress, aumento di colesterolo e glicemia. Un esame delle urine molto spesso indicherà anche un peso specifico basso. Si procederà con l’esecuzione di un’ecografia addominale per osservare lo stato delle ghiandole surrenali, che potrebbero presentare una massa tumorale, nel caso il Cushing sia provocato nel cane proprio da una neoplasia alle surreni, o che comunque potrebbero risultare aumentate di dimensioni in quanto sottoposte ad una eccessiva stimolazione; anche il fegato generalmente apparirà ingrossato. La conferma definitiva della diagnosi di Iperadrenocorticismo però si può avere solo tramite un test specifico: la stimolazione con ACTH. Al cane a digiuno viene effettuato un primo prelievo di sangue per verificare il livello di cortisolo basale, dopodiché viene somministrato per via endovenosa o intramuscolare ACTH, e dopo un’ora si ripete il prelievo per misurare la variazione della concentrazione di cortisolo nel sangue a seguito dell’avvenuta stimolazione. Se il valore è superiore a 20 il sospetto di Cushing nel cane è alto.Morbo di Cushing nei cani: cura Se la causa del Cushing è un tumore alle ghiandole surrenali generalmente si procede chirurgicamente con l’asportazione, mentre quando la malattia è iatrogena si sospendono le terapie a base di corticosteroidi. Se invece si tratta di un Iperadrenocorticismo ipofisario la cura mira a tenere sotto controllo la produzione di cortisolo con farmaci specifici: il più utilizzato è il trilostano, che agisce riducendo l’attività delle ghiandole surrenali. Si tratta di una terapia a cui la maggior parte dei cani risponde positivamente e, di solito, entro 10 giorni di trattamento i sintomi quali la sete e la fame eccessive diminuiscono, ma può avere effetti collaterali. Occorre inoltre un monitoraggio costante dei livelli di cortisolo, sempre tramite il test con ACTH, che inizialmente deve essere ripetuto più frequentemente, anche per individuare il giusto dosaggio del farmaco, poi può essere maggiormente dilazionato nel tempo.Morbo di Cushing nei cani: sopravvivenza e aspettativa di vita La vita media di un cane adeguatamente trattato dopo la diagnosi di Cushing è di circa 2 anni/2 anni e mezzo.

Perchè i cani si annusano il sedere? ecco le risposte

Comportamento Redazione -

Perché i cani si annusano il sedere? I motivi di questo comportamento.I cani si annusano il sedere e vi domandate il motivo? Avete preso un cane da poco e non capite per quale motivo fa una cosa che sembra inspiegabile per il nostro modo di comportarci? Vorreste capire perché assume comportamenti del tutto insoliti a noi umani come annusare feci, pipì, e addirittura il sedere di altri cani?Sicuramente la spiegazione non è perché sono animali maleducati ma, a questo strano comportamento dei cani c’è una spiegazione e continuando a leggere l’articolo scoprirai cosa si nasconde dietro l’odore di un cane. I cani si annusano il sedere: perchè? I nostri amici a 4 zampe per conoscersi usano l’olfatto: a volte fanno cose che per noi uomini sfiorano la decenza, atteggiamenti che appartengono al linguaggio dei cani e mai ci sogneremo di ripetere.Tra questi insoliti comportamenti c’è la tendenza per cui i cani si annusano il sedere. L’olfatto è un senso molto importante, i cani sviluppano la percezione del mondo attraverso gli odori. Labbra, orecchie, genitali e parte anale sono i punti del suo simile che il cane annusa, per capire chi ha davanti.La stessa cosa la fa con l’uomo, lo fiuta per capire se si può fidare, per sapere con chi ha a che fare: noi umani utilizziamo le parole, nel mondo canino si comunica con gli odori. Quando i cani si annusano il sedere si stanno parlando: i vostri cani non sono maleducati, ma seguono il loro istinto, il senso olfattivo sviluppato gli serve per conoscere il mondo.Incredibilmente dall’odore sentono chi hanno davanti: i cani non possono raccontarsi bugie, l‘odore non mente. Pensate che il cane è dotato di 220 milioni di recettori olfattivi mentre l’uomo ne ha solo 5. Un cane può riconoscere fino a 500.000 odori, usano l’olfatto come noi usiamo la vista, possono sentire anche chi è passato a distanza di tempo, noi invece non possiamo vedere ciò che non c’è più.Nei lati della parte anale si trovano le ghiandole perianali che secernono vari tipi di feromoni molti dei quali sono ancora sconosciuti, sono sostanze chimiche che variano in relazione alle condizioni emotive, ci sono poi le ghiandole paranali che secernono un odore poco piacevole quando il cane ha paura o è spaventato.I cani si annusano il sedere: cosa sentonoI nostri amici a quattro zampe hanno un’ottima memoria olfattiva, sono in grado di ricordarsi l’odore di un altro cane a distanza di tempo, anche fino a tre anni dopo possono riconoscere un odore. A volte lo avrete sicuramente sorpreso annusare le feci, attraverso l’odore che sentono sono in grado di capire se il cane che le ha lasciate ha un carattere forte, dominante, diffidente, amichevole e sicuro.I cani vedono attraverso l’olfatto, captano informazioni importanti ed ecco perché i cani si annusano il sedere:ordine gerarchico e dominanza stati d’animo, genere se hanno di fronte una cagnolina in calore cosa mangia il soggetto fiutatoDurante il rituale di conoscenza o riconoscenza, tra 2 cani ce n'è uno che indietreggia e smette di annusare: questo sta ad indicare e a suggerire all’altro la dominanza, chi comanda.Se il cane non è disposto a comunicare niente di sé allora reagirà al rituale indietreggiando e tenendo la coda bassa per evitare all’altro di prendere informazioni su di lui.Andando a spasso col vostro cane vi capiterà spesso di assistere a questa scena, ma sappiate che fa parte del codice animale. I cani hanno un olfatto che può essere fino a 100.000 volte più sensibile rispetto a quello degli uomini. Attraverso l’odore sono in grado di capire lo stato emotivo, il genere e anche cosa mangia l’altro cane.Non cercate di allontanare i cani che si stanno annusando il sedere, evitate di tirare il guinzaglio perché per loro è un gesto normale, è come parlarsi o salutarsi.Ci sono casi in cui annusandosi i due cani sentono informazioni che li portano ad azzuffarsi, fate attenzione, in quel caso il dato certo è che non si sono piaciuti ed è il caso di allontanarli. I cani si annusano il sedere: cosa fiutano?Ogni cane ha un odore diverso dall’altro e annusarsi serve per identificarsi e distinguersi, questo anche grazie all’organo di Jacobson che è situato dentro la loro bocca, è collegato al cervello ed è in grado di codificare la chimica.A seconda della razza alla quale appartengono i cani fiutano l’odore in modo diverso: teleolfatto o megaolfatto ad esempio e quelli da caccia appartengono alla prima categoria. Prendono grandi quantità d’aria, sentono un odore e lo seguono fino a percepirlo sempre più intenso e ad arrivare alla fonte di ciò che stanno fiutando.I segugi prendono ripetutamente meno aria e la trattengono. Di seguito ecco un elenco di razze di cani con l’olfatto molto sviluppato:Pointer: si tratta di un cane di origine inglese, molto utilizzato nella caccia. Black and tan coonhound: una razza molto antica originaria degli Stati Uniti, usata nella caccia al procione. Bassotto: cane da caccia con origine tedesca. Spaniel inglese, famoso per il suo olfatto molto fine, riesce a sentire gli animali seguendoli fino all’acqua. Pastore belga: altra razza di cane molto antica, inizialmente utilizzato per badare il gregge ed in seguito apprezzato per il suo olfatto eccezionale, sembra che riesca a fiutare l’odore del tumore alla prostata. Labrador: per il suo fiuto fine viene utilizzato molto anche per i soccorsi e la ricerca di uomini durante catastrofi naturali. Pastore tedesco: è un cane molto intelligente addestrato anche lui per soccorsi grazie alla sua velocità nell’apprendere velocemente, ottimo anche come cane antidroga. Non poteva mancare nell’elenco il Beagle, cane da caccia, utilizzato anche come antidroga e da soccorso. Siamo quasi giunti a termine di questa classifica, con il Basset hound, originario dall’Inghilterra, figura sempre tra i cani col fiuto sviluppato ed infine il Bloodhound anch’ esso ottimo cane da caccia, addestrato per il soccorso e per il ritrovamento di persone.Sentire che odore ha chi ci sta di fronte in certe occasioni potrebbe essere utile per evitare spiacevoli incontri, chissà magari con l’aiuto del vostro cane potreste riuscire a fiutare anche voi le persone sbagliate, quelle dalle quali meglio tenersi lontani.

Rogna nel cane (scabbia): tipologie, sintomi e cura

Salute del cane Redazione -

Una patologia da non sottovalutare per quanto riguarda i nostri cani è la rogna, detta anche scabbia: andiamo a vedere di cosa si tratta. La rogna nel cane è sicuramente una delle malattie più conosciute e temute nel mondo cinofilo. Non si tratta di una patologia eccessivamente pericolosa o mortale, tuttavia può essere davvero molto fastidiosa e non deve essere presa sotto gamba.Di cosa si tratta esattamente? Di una una tremenda irritazione della pelle. Entriamo più nel dettaglio. Innanzitutto, una nota legata al nome della malattia: spesso potrete sentire chiamare la rogna anche scabbia.Questa patologia del derma colpisce diverse specie animali, fondamentalmente in maniera non dissimile da quanto accade tra i cani. Se non è curata adeguatamente può comportare danni anche molto gravi ai nostri amici a quattro zampe. Abbiamo detto che si tratta di una infezione della pelle, ovvero di una malattia dermatologica. Chi sono i malefici artefici di questa "piaga"? Gli acari. Volendo utilizzare il termine più dotto e scientifico potremmo parlare di ectoparassiti.Questi ultimi si annidano all'interno del pelo dell'animale, per poi raggiungere direttamente l'epidermide. Una volta raggiunto lo strato di pelle del cane iniziano a "rosicchiarlo": banchettano col sebo e la cheratina presenti sullo strato epidermico del nostri amico peloso e - se non ostacolati - si moltiplicano a macchia d'olio.Se state provando ad immaginarvi questa scena, possiamo dirvi che al microscopio la situazione è grossomodo questa: ci sono questi "ragnetti" (gli acari) che normalmente vivono nel nostro ecosistema e che quando si "attaccano" ad un animale iniziano letteralmente a cibarsene. Ed è a quel punto che arriva il prurito.Ma facciamo un passo indietro: come arrivano gli acari sul "campo di battaglia" (o forse sarebbe meglio dire "al ristorante")? In questo articolo proveremo a fornire una panoramica sulla rogna nel cane e le sue modalità di azione e diffusione, nonché di contagio e cura. Come sempre per quanto riguarda la nostra piattaforma, ci teniamo a specificare che le nostre indicazioni non possono essere considerate alla pari delle indicazioni ufficiali del veterinario (al quale consigliamo sempre e comunque di rivolgervi).Tornando alla disamina di questa fastidiosa patologia continuiamo col dire che la rogna/scabbia è diffusa praticamente in tutto il mondo. In genere viene trasmessa per contatto diretto con animali contagiati ma può colpire anche solo toccando degli oggetti che sono stati a loro volta toccati da ammalati.Rogna nel cane: tipologie Abbiamo detto che i "vettori" della malattia sono questi ectoparassiti microscopici meglio conosciuti come acari. Tuttavia occorre specificare che esistono diverse tipologie di scabbia, poiché esistono tipi leggermente diversi di acari. Quali sono le tipologie più diffuse di rogna/scabbia?Fondamentalmente sono cinque: c'è quella Demodettica (anche detta "rossa", ereditario e demodicosi) e che a sua volta può essere suddivisa in tre sottocategorie (localizzata, generalizzata o podermatite demodettica). Poi c'è la rogna Sarcoptica, forse la più comune in assoluto tra cani: molto rapida nella sua diffusione, resistente ai fattori ambientali e facilmente contagiosa anche per gli esseri umani.C'è anche un tipo di rogna legata in modo specifico alle orecchie del cane: la rogna o scabbia Otodettica. In questo vedrete proprio dei "puntini bianchi" muoversi all'interno delle orecchie del nostro amico a quattro zampe. Come per le orecchie, esiste una rogna specifica per le cavità nasali: si tratta della "Pneumonyssoides caninum". Anche la Rogna cheyletiella prevede questi "pallini bianchi" che camminano sulla cute dell'animale anche se è più diffusa tra i gatti.La rogna viene spesso trasmessa direttamente al momento del parto e dell'allattamento: la madre infetta la passa ai cuccioli. Al di là di questo caso, più comunemente la rogna si trasmette attraverso il contatto tra vari esemplari. Ovviamente un sistema immunitario basso sarà terreno fertile per gli acari.Ma ci sono diversi fattori che possono "contribuire all'invasione": la scarsa igiene dell'animale, le condizioni ambientali di vita o la dieta del nostro amico peloso. In generale poi ci sono alcune razze di cane geneticamente più predisposti a contrarre questa patologia dermatologica e sono: Bulldog, Pointer, Shar Pei, Terrier, Beagle, Dalmata, Bassotto, Dobermann e Boxer. Rogna nel cane (scabbia): sintomi e cura In genere si tratta di "gesti" piuttosto evidenti: arrossamento della pelle, prurito e bruciore, eruzioni e squame cutanee (quando non vere e proprie ferite e piaghe), pelle secca e maleodorante, perdita di appetito, peso e pelo.Come curare la rogna nel cane? Innanzitutto mantenendo un buon livello di igiene generale: questo vale sia per il nostro cane che per la nostra casa (o qualsiasi ambiente l'animale "viva" come casa). Nel pratico un bagnetto mensile è davvero un toccasana, soprattutto se vengono utilizzati anche prodotti di qualità per insaponare il nostro amico peloso.Poi è bene effettuare con una certa regolarità anche disinfestazioni e vaccinazioni dal nostro veterinario di fiducia. Se avete più animali in cura dovete fare attenzione a dividere bene gli "oggetti" di entrambi per far sì che non ci continui ad infettare a vicenda.Ultimo ma non ultimo per ordine di importanza: curare con attenzione la dieta del nostro cane. Un'alimentazione equilibrata migliora tutto il sistema immunitario! (Il cibo crudi in questo senso è particolarmente indicato: verdure e erbe, ma non solo. Indicati anche aglio kyolic, unghia di gatto ed estratto d'olio d'oliva).Siamo tutti d'accordo che prevenire sia meglio che curare, ok, ma cosa fare in caso di contagio avvenuto? Rivolgetevi subito al veterinario, innanzitutto. Quasi sicuramente - in quanto a medicine - vi prescriverà degli acaricidi orali, topici o iniettabili. In genere i più diffusi-gettonati sono: ivermectina, selamectina o moxidectina.Ovviamente poi saranno previsti anche degli analgesici-antiinfiammatori. Alcuni rimedi "casalinghi" che non possono assolutamente sostituire l'intervento del veterinario ma possono alleviare momentaneamente le sofferenze dell'animale (spalmando estratti o unguenti sulle parti più infette) sono, ad esempio: camomilla, avena, limone o yogurt. Ricordatevi sempre che anche l'effetto e la dolcezza dimostrati al vostro amico - per quanto non risolvano la situazione - saranno sicuramente di conforto.Potrebbe interessarti anche:Dermatite nel cane: cos'è, sintomi, cure e rimedi naturali

Perché il cane trema? i motivi di questo comportamento

Comportamento Redazione -

Se il cane trema ci troviamo di fronte ad un comportamento che può essere causato da diversi fattori. Vediamo quali. In questo articolo trovi le spiegazioni che rispondono ai tuoi interrogativi sul perchè il cane trema. Diversi sono i motivi che portano il cane a tremare: possono dipendere da emozioni come da problemi di salute. Saperli riconoscere aiuta a curare il cane ed evitare che corra anche il rischio di morire in casi più estremi.Il cane trema spesso e non capite per quale motivo? Solitamente sentimenti come la paura, la gioia, il freddo vengono associati al tremore. Se il cane ha subito un forte trauma da poco potrebbe essere colpito da tremolio.Ci sono delle situazioni che regolarmente spaventano i cani, rumori forti come quelli dei tuoni o dei fuochi d’artificio provocano traumi. Per calmare un cane spaventato mettetelo sotto una coperta e rassicuratelo: è importante farlo soprattutto coi cuccioli che possono rischiare di portarsi dietro un trauma a vita.Ci sono alcuni cani che adorano fare viaggi con in auto, altri vivono malissimo questa esperienza a tal punto da iniziare a tremare per l’ansia.Se vi accorgete che il vostro cane in inverno, con le basse temperature, sente freddo e trema copritelo con un bel cappottino per cani. Per le condizioni climatiche più estreme si consigliano anche le scarpette; evitate di farlo dormire fuori e provvedete a comprargli una cuccia adeguata per proteggersi dalle notti più fredde. Il cane trema: può anche essere per la gioia Il cane trema anche di gioia, se sente che sta per succedere qualcosa che lo renderà felice, come l’arrivo della ciotola col mangiare, oppure se capisce che lo state per portare al parco, ve lo troverete attorno eccitato con le zampette tremolanti.Altro motivo di grande eccitazione è quando non può sfogare uno stimolo istintivo: voler inseguire un altro cane e non riuscire a farlo perché rinchiuso dietro le sbarre di un cancello, voler azzannare un bel piatto di pasta ma poterlo vedere solo da lontano perché è legato ad esempio.Una situazione di grande gioia è quando il padrone rientra a casa dopo diverso tempo, il cane trema di gioia, salta e fa festa perché capisce che non è stato abbandonato.Ci sono anche cani che tremano per furbizia, sono estremamente intelligenti. Se avete premiato il cane dopo che lui ha mostrato il tremolio allora potrebbe usarlo come scusante per ottenere quello che vuole.Fate attenzione a non rafforzare comportamenti sbagliati, premiando il vostro cane. Ci sono razze di cani che lo manifestano con regolarità, ma attenzione perché il tremore potrebbe essere anche il sintomo di una malattia in corso.Il cane trema: potrebbe essere una malattia Escluse le cause più comuni e meno pericolose sopra elencate, prendiamo in considerazione alcune malattie che possono provocare il tremore del cane:Problemi di artrosi Malattia della zecca La sindrome del tremore generalizzato o white shaker syndrome Cimurro Crisi di Addison Insufficienza renale Problemi metabolici AvvelenamentiI problemi di artrosi e malattie osteoarticolari possono creare tremori alle articolazioni interessate: tenere il cane a dieta e ricorrere anche a integratori per cani può alleggerire il dolore al caneLa malattia della zecca o ehrlichia canis è dovuta al morso di questi parassiti e tra i vari sintomi che provoca nel cane c’è anche il tremolio. Un ottimo rimedio per prevenire questa malattia è utilizzare antiparassitari per cani e acquistare anche un bel collare anti zecca.Le razze di cani come: Maltese, Beagle, Barboncino, Bichon frisè, Yorkshire terrier, West Highland White Terrier e in generale quelli col manto bianco e cani di piccola taglia sembrano essere predisposti alla sindrome del tremore generalizzato o white shaker syndrome.Questa malattia si presenta in cani dai 9 ai 3 anni, il tremolio investe tutto il corpo ripetutamente, solitamente è dovuto all’infiammazione del sistema nervoso centrale. Si può curare con corticosteroidi o antiinfiammatori per cani.Il cimurro o malattia di carrè è contagiosa ma non per l’uomo, colpisce principalmente animali con difese immunitarie basse, i cuccioli o cani non vaccinati. Per evitare il contagio a questo tipo di virus è importante vaccinare il cane.Il morbo di Addison è un’insufficienza surrenalica: inizialmente si presenta con sintomi poco chiari, non è facile riconoscerla, ma fortunatamente è poco frequente. E' dovuta ad una carenza sia di glucocorticoidi che di mineralcorticoidi, che tramite flebo verranno reintegrati nella terapia di cura.L’ira o insufficienza renale nei cani è dovuta ad un malfunzionamento dei reni: è causata da additivi chimici aggiunti nei mangimi prodotti dalle industrie. La presenza di elementi tossici si accumula nei reni che non riescono più a lavorare bene.Insetticidi nocivi o l’abuso di farmaci possono causare lo stesso problema. Per curare l’insufficienza renale del cane è importante fargli seguire una dieta appropriata: in commercio si trovano anche alimenti specifici.Una causa purtroppo frequente di tremolio nei cani è dovuta agli avvelenamenti a partire da cibi che per noi uomini sono assolutamente sani come il cioccolato, fino ad arrivare a sostanze pericolose che il cane ingoia attraverso cibi avvelenati messi appositamente come polpette contenenti stricnina. In questo caso è bene correre dal veterinario perché il cane potrebbe rischiare la vita.La vecchiaia del cane può portare tremolio, indebolimento dei muscoli ed artrite, il cane può avere difficoltà a deambulare.Il tremolio può essere veicolo di un malessere che va curato, è importante saperlo riconoscere per intervenire ed evitare quando è possibile inutili sofferenze al cane o addirittura nei casi più estremi la morte.Alcune razze di cani come gli spaniel sono portati a tremare per l’eccitazione più facilmente. Anche se i cani non hanno la parola sanno comunicarci bene con il corpo: sta a noi capire rapportandoci al contesto quale dei vari sentimenti ci sta comunicando.

Tumore nel cane: tipologie, sintomi e cure

Salute del cane Redazione -

Il tumore nel cane è una patologia frequente, specialmente negli esemplari anziani. Si ritiene che il tumore sia la prima causa di morte nei cani che abbiano superato i 10 anni di età. Le tipologie più frequenti sono:linfomi maligni, cancro che colpisce i linfonodi del cane mastocitomi, una forma di tumore della pelle tumori alla ghiandola mammaria sarcomi dei tessuti molli cancro alla ossaFortunatamente il 50 per cento dei tumori, è oggi curabile nel cane se diagnosticato in tempo. Il tumore nel cane: quali sono le razze più colpite Esistono razze, nelle quali l’incidenza del cancro è più frequente. Le razze più soggette sono:Labrador Pastore Tedesco Beagle Boxer RottweilerI cani meticci hanno d’altro canto meno probabilità di sviluppare tumori genetici, poiché il loro patrimonio genetico è arricchito dalla presenza di diverse razze; questa peculiarità li rende più forti e meno soggetti al cancro. Il tumore nel cane: sintomi Sono molteplici i campanelli d’allarme che devono destare la nostra attenzione, e che possono essere rivelatori di un grave problema di salute per il nostro cane: il tumore.Di seguito elenchiamo i sintomi del tumore nel cane più frequenti:svenimento: il cane appare letargico, non fa le feste solite, vi appare molto debole o addirittura sviene all’improvviso. Questi sintomi necessitano di un tempestivo controllo dal veterinario. Lo svenimento è spesso uno delle prime avvisaglie del tumore alla milza, specialmente nei cani di grossi taglia. Il malessere non è da sottovalutare anche se il girono successivo il cane sembra stare meglio. tosse: non deve preoccupare se è fenomeno sporadico e di lieve entità, inoltre spesso i cani di piccola taglia sono soggetti a tracheite e per questo tossiscono di più. Se però la tosse è profonda e persistente potrebbe rivelare la presenza di un tumore al polmone, specialmente se ravvisate altri sintomi presenti in questa lista è necessario prenotare uno screening. perdita di peso: il dimagrimento è uno dei primi sintomi della presenza di un cancro nel cane; deve preoccupare sia che il cane mangi come al solito ma la bilancia continui scendere sia che il cane presenti La perdita di peso accompagnato da mancanza di appetito potrebbe indicare la presenza di un tumore all’apparato gastrointestinale. aumento di peso: d’altro canto anche ingrassare può essere una segnale di presenza di cancro. Specialmente l’aumento di appetito immotivato o il gonfiore non accompagnato da un cambiamento delle abitudini alimentari. cambiamenti della bocca: i padroni di solito non sono così attenti alle modificazioni che avvengono a livello della bocca, forse perché è una zona difficile da ispezionare e il cane spesso fa non poca resistenza. Purtroppo proprio a livello oro-faringeo può svilupparsi uno dei cancri più aggressivi e devastanti. che colpisce soprattutto i cani anziani. Questo tipo di tumore si manifesta inizialmente con piaghe, grumi, sanguinolento delle gengive, cambiamento del colore gengivale ed alito cattivo. Spazzolare regolarmente i denti e approfittare degli sbadigli o dei momenti della pappa del nostro amico, può essere un modo per osservare che non ci siano cambiamenti preoccupanti in atto. sangue dal naso: l’epistassi è un segnale particolarmente preoccupante nel cane anziano, e può indicare la presenza di un cancro al naso. Nel cane cucciolo il sanguinolento dal naso può segnalare l’involontaria inalazione di un corpo estraneo. Nonostante ciò è sempre un sintomo che deve destare preoccupazione pipì e popò: scritto così può anche far sorridere ma gli escrementi e le esigenze fisiologiche del nostro cane possono dirci molto del suo stato di salute. Deve preoccupare la diarrea persistente, la continua richiesta di essere portato fuori (molto più del normale), difficoltà di minzione, presenza di sangue nelle urine e vomito. secrezioni oculari e nasali: devono preoccupare il proprietario, se sono continue possono essere nel primo caso sintomo di cancro all’occhio e per le seconde di tumore alla faccia crisi epilettiche: si manifestano con movimenti incontrollati, bava alla bocca e spasmi; possono essere segnale di cancro al cervello specialmente nel cane anziano alterazioni cutanee: possono presentarsi sotto diverse forme, quali masse, rigonfiamenti, cambiamenti del mantello; devono preoccupare anche le ferite che non si cicatrizzano e le lesioni che arrecano prurito o dolore. Mentre coccolate il vostro cane, ricordatevi di accarezzarlo con cura, di modo da tenerlo sempre ben controllato. dolore: se notiamo nel nostro cane sofferenza, quando lo accarezziamo o lo prendiamo in braccio, è meglio chiamare il veterinario. Se il cane avverte un dolore diffuso o irradiante potrebbe avere un tumore.Il tumore nel cane: terapie e cure Il cane a cui viene diagnosticato un tumore, inizia un iter molto simile a quello a cui vengono sottoposti gli umani. Solitamente il cancro viene asportato chirurgicamente e se necessario vengono affiancate cure chemioterapiche e radioterapiche.Anche per i cani i ricercatori stanno studiando vaccini e farmaci e che inducano il sistema immunitario a contrastare il cancro.Al momento comunque la prevenzione accompagnata da una tempestiva diagnosi sono i fattori più incisivi contro il cancro. Quanto vive un cane con un tumore La probabilità di guarigione del cane, grazie ai passi in avanti delle medicina veterinaria, si attesta attorno al 60%, anche se molto dipende dalla tipologia, dalla stadio di sviluppo del tumore e dal quadro clinico generale del nostro cane. Il tumore del cane: alimentazione Se il cane sta combattendo la sua lotta contro il tumore, lo si può aiutare con una dieta corretta; l’alimentazione deve fornirgli le energie necessarie per combattere la malattia ed essere arricchita di alcuni integratori, per aiutarlo nella guarigione.La dieta dovrebbe essere:a ridotto contenuto di carboidrati e zuccheri: gli zuccheri semplici derivanti da mais e grano alimentano le cellule tumorali. Meglio evitare anche patate e carote ma preferire cereali integrali, riso e avena. aumentare proteine e grassi: le fonti proteiche devono essere di alta qualità e digeribili, meglio se derivanti da parti magre di pesce, pollame, manzo, selvaggina. I grassi insaturi sono molto importanti per contestare il cancro, in particolare gli Omega3. verdure cotte: come fonte di vitamine e minerali integratori: i più indicati sono gli enzimi digestivi per consentire al cane di trarre tutti i nutrienti dal cibo ingerito, e vitamine A C E per favorire il sistema immunitario e contrastare l’inappetenza.

Diabete nel cane: cause, sintomi, complicanze e cura

Salute del cane Redazione -

Il diabete nel cane è una patologia molto diffusa: alcuni studi hanno calcolato che colpisca un esemplare ogni 500. Nella maggioranza dei casi, si tratta di diabete di tipo I o diabete mellito. Questa tipologia di diabete comporta che il corpo del cane produca poca insulina.In questo modo il metabolismo dei carboidrati non avviene in modo corretto e la concentrazione degli zuccheri nel sangue aumenta, portando all’iperglicemia.L’insulina è un'ormone prodotto dal pancreas: la sua funzione è quella di mantenere livelli di glucosio entro valori normali, e trasformare le riserve di energie eccedenti in grasso. Quando il cane è diabetico questo meccanismo perfetto si inceppa.I livelli di glucosio nel sangue salgono, e il cane inizia a manifestare i primi sintomi della malattia. Diabete nel cane: causeSebbene non siano ancora perfettamente chiare le cause del diabete nel cane, sono state individuate alcune malattie predisponenti:• Morbo di Cushing • ipersomatotropismo • infezioni croniche • tumori pancreatici • pancreatiti • somministrazione prolungata di farmaci come corticosteroidi e progestinici.Inoltre all’origine dell’insorgenza del diabete può esserci un’alimentazione scorretta, obesità e l’avanzare dell’età anagrafica.Diabete nel cane: razze predisposte I cani maggiormente soggetti al diabete sono anziani, e femmine non sterilizzate. Gli studi veterinari hanno anche individuato una predisposizione ereditarie e genetica, stilando una lista delle razze canine maggiormente colpite da diabete: •   Keeshond •   Barboni •   Samoiedo •   Segugio tedesco •   Alaskan malamute •   Miniature schnauzer •   Chow chow •   Beagle •   Doberman •   Labrador retriever •   Puli Ungherese •   Golden retriever •   Pinscher Miniatura •   Mld English sheepdog •   Springer spaniel •   Schipperke •   Spitz Finnico •   West Highland White Terrier •   Cairn terrier Diabete nel cane: sintomi Come possiamo quindi accorgerci che il nostro cane ha sviluppato una forma di diabete? Vi sono 4 sintomi del diabete nel cane principali, dette le 4P, che devono metterci in allarme: 1. poliuria: aumenta la produzione di urina 2. polidipsia: sete incontrollata 3. polifagia: fame implacabile 4. perdita di peso: nonostante l’aumento dell’appetito.A questi sintomi precoci, possono sommarsi altre manifestazioni di malessere, che di solito sono espressione di diabete conclamato e in aggravamento: • letargia • cataratta diabetica che si manifesta con opacità dell’occhio • problemi al mantello • atteggiamento pletorico: il cane appoggia a terra la parte posteriore delle zampe, ha ridotta mobilità e difficoltà di salto.Se osserviamo, uno o più di questi elementi è bene prenotare immediatamente una vista dal veterinario. Diabete nel cane: cure e terapia Il veterinario diagnosticherà il diabete tramite il riscontro di: iperglicemia (alto tasso di glucosio) nel sangue, glicosuria (presenza di glucosio nelle urine) e aumento delle fruttosamine nel sangue del cane.La terapia del diabete consiste nella somministrazione di insulina e la prescrizione di una dieta povera di carboidrati.L’insulina va somministrata tramite iniezioni sottocutanee, che usualmente vanno effettuate due volte al girono durante o dopo i pasti. L’insulina va conservata in frigorifero perché è una sostanza delicata e agitata prima di essere iniettata.Terapie farmacologiche differenti, sono state sperimentate per il cane, ma non hanno ancora prodotto risultati soddisfacenti. Diabete nel cane: curve glicemiche e controlliUna delle parti più delicate della terapia del diabete nel cane, è l’individuazione della giusta dose di insulina da somministrare giornalmente. Per questo il veterinario usualmente effettua presso la sua struttura o fa effettuare a casa le curve glicemiche.Al padrone del cane viene fornito un glucometro portatile: non gli resterà altro che determinare e annotare la glicemia del cane ogni 2 ore in un intervallo di 12 ore.Capite quali dosi di insulina garantiscono livelli di glucosio ottimali, la terapia è consolidata. I controlli dal veterinario servono per capire se stiamo gestendo bene la malattia, inizialmente sono settimanali e quindicinali.Successivamente andranno diradandosi: mensili, trimestrali o quadrimestrali quando saremo giunti ad controllo ottimale del diabete. Quanto vive un cane diabetico? In alcuni casi, dopo alcune settimane o mesi di terapia insulinica, i cani riacquisiscono la capacità di mantenere livelli normali di glicemia: questa condizione viene detta remissione clinica del diabete.La “guarigione” è più probabile nei casi in cui il diabete è frutto di malattie predisponenti trattabili e se la malattia è comparsa da poco tempo (fino a 3 mesi). Nel caso delle femmine, il diabete può comparire 1 o 2 mesi dopo il calore a causa di scompensi ormonali.In questo caso, se il cane viene fatto sterilizzare tempestivamente il diabete potrebbe scomparire.In ogni caso, la qualità delle vita di un cane diabetico è ottima grazie alle terapie attuali. L’aspettativa di vita è di diversi anni almeno che non insorgano complicanze o malattie. Diabete nel cane: complicanze La complicanza più frequente nel diabete del cane è la chetoacidosi. Anche se possono insorgere anche infezioni alle vie urinarie, infezioni alla cute, cataratta diabetica e neuropatie.La chetoacidosi si sviluppa spesso, se il diabete non è ben controllato.Questa patologia è caratterizzata dalla produzione in eccesso di sostanze che intossicano l'organismo: i corpi chetonici. I segni clinici più frequenti della chetoacidosi nel cane sono: la debolezza, l'apatia ed il vomito.I cani che manifestano chetoacidosi diabetica, necessitano di un ricovero immediato, il veterinario provvederà al monitoraggio di: glicemia, pH ed elettroliti. La chetoacidosi non trattata tempestivamente e non diagnosticata può portare alla morte.Infine, quando ci si prende cura di un cane diabetico, bisogna stare attenti all’ipoglicemia. Questo avviene se la dose di insulina è eccessiva. I livelli di glucosio nel sangue scendono troppo e compaiono irrequietezza e tremori (gluocosio inferiore a 50mg/dl) o addirittura convulsioni se il livelli sono bassissimi (inferiori a 40/30 md/dl).L’ipoglicemia va corretta prontamente con un pasto supplementare o una piccola dose di zucchero o miele direttamente sul palato del cane o può causarne il decesso. Diabete nel cane: alimentazione Se abbiamo un cane diabetico, l’alimentazione sarà un aspetto di cui dovremo curarci particolarmente. La somministrazione dei pasti deve avvenire ad orari regolari, due volte al girono.La dieta può essere casalinga- purché attentamente studiata dal nutrizionista- oppure costituita da mangimi specifici. In ogni caso le regole basi comprendono: fonti proteiche di alta qualità, basso contenuto di zuccheri, alimenti ricchi in fibre per favorire l’assimilazione dell’insulina.La dieta dovrà mantenere sotto controllo il peso del cane, poiché l’aumento di peso aggrava il quadro clinico del cane diabetico.

Beagle

La provenienza e la nascita delle razze di cani: come nascono tutte queste diversità?

Curiosità Redazione -

La provenienza e la nascita delle razze di cani: un dilemma difficile da risolvere. di Sijani Lavdie - Capire l'esatta provenienza della nascita della razza di un cane risulta complicato tanto quanto quella dell'origine del cane. Il nostro fedele amico, che sia piccolo o grande, affonda le proprie radici in antiche e molteplici razze mischiatosi poi tra loro. Il più delle razze che oggi conosciamo come “pure”, altro non sono che il risultato di miscele di parentela, degli incroci tra cani avvenuti nel corso degli anni. Evidenziamo quindi il fatto che la maggior parte delle razze riconosciute a livello mondiale nel corso degli ultimi cento anni o più, sono state create. Non sono nate. In pratica una nuova razza non può essere “scoperta”e ancor meno trovarsi in natura allo stato selvatico. Facciamo spesso l'errore di credere che “pedigree” sia sinonimo di razza pura, ovvero senza legami di nessun tipo con altri tipi di cane. E ahimè, purtroppo non é così! Anche le razze di cane con un pedigree riconosciuto hanno alle loro spalle incroci con miscugli di altre specie più anziane e dalle più diverse.Come sappiamo se il nostro cane è di razza oppure no? Diciamo che la parola “pedigree” potrebbe indurci in inganno, facendoci pensare che sia una sicurezza riguardo alla purezza della razza del nostro cane. In realtà il pedigree è semplicemente un certificato d'iscrizione ai Libri Genealogici. In questo documento vengono riportati i dati anagrafici di un cane come la razza, la genealogia, data di nascita, genitori, nonni, bisnonni e trisnonni. Inoltre vengono riportati i dati anagrafici dell'allevatore e del proprietario. Mentre sappiamo chi sia stato ad allevare la mamma, al momento della nascita del cucciolo, non viene fatto nessun tipo di controllo su chi sia realmente il padre. In Italia ci affidiamo alla parola e all'onestà dell'allevatore in questione. In pratica, il pedigree altro non è se non la decisione di un ente riconosciuto a livello nazionale ad approvare la nascita di una nuova razza ritenuta pura, secondo gli standard stabiliti da ogni paese. Infatti in Italia chi si occupa di rilasciare il certificato d'iscrizione del nostro cane, è il famoso ente ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana). Mentre in alcuni paesi esteri (ad esempio Inghilterra, Honduras, Costa Rica, ecc), un analogo compito spetta al Kennel Club. Si tratta di un' organizzazione che si trova in numerose parti del mondo, alla quale fanno parte diverse autorità con il compito di riconoscere ed approvare lo status di pedigree ad ogni tipo di cane. Ogni ente impiega standard di valutazione della razza in modo diverso. Non è detto, difatti, che lo stesso cane riconosciuto in un paese possa necessariamente essere riconosciuto come cane di razza in un altro paese. In altre parole, ciò che rende il nostro cane un esemplare di razza è la possibilità di rintracciare la sua discendenza tornando indietro di diverse generazioni sia dalla parte della mamma che dalla parte del padre. Ed essere quindi in possesso di un documento ufficiale per poterlo dimostrare, ovvero il suo pedigree.Vediamo insieme le origini del nome di alcune razze di cane Finora ci siamo soffermati a distinguere se un cane fosse o meno di razza, mentre risulta molto interessante scoprire il perché un determinato tipo di razza ha poi preso quel particolare nome. Qui riportiamo solo alcuni brevi esempi. Akita: questa razza giapponese prende il nome dalla prefettura del nord – ovest di Honshu, dove si pensa abbia avuto origine. Chiamato anche Akita inu (letteralmente “cane Akita”). Beagle: la storia sull'origine esatta della parola “beagle” è assai curiosa. Si pensa che il loro nome risalga al 16° secolo quando a questi cani si associò la parola francese “becguele” (persona rumorosa) dato il frastuono dei loro ululati durante le battute di caccia. Dobermann: questo cane deve il suo nome al suo primo allevatore che si chiamava Ludwig Dobermann (1834 – 1894). Era un esattore tedesco del 19°secolo. Jack Russel: il loro nome, invece, deriva da Jack Russell; un parroco inglese, soprannominato anche “The Sporting Parson” visto che, nella prima metà del 19° secolo, ha iniziato ad allevare terrier per sport.

Ipotiroidismo nel cane: diagnosi, sintomi e cura

Salute del cane Redazione -

L'ipotiroidismo nel cane è una patologia che si riscontra molto spesso soprattutto nelle razze più predisposte: vediamo cos'è, cause, sintomi, diagnosi e cura. L'ipotiroidismo nel cane è una malattia ormonale molto comune, che colpisce specialmente i quattrozampe più anziani: è possibile che venga riscontrata nel controllo annuale che facciamo dal nostro veterinario di fiducia. Sostanzialmente la ghiandola tiroidea funziona male: per via di un'infiammazione essa produce pochi ormoni tiroidei provocando tutta una serie di sintomi che ora vedremo. E' una patologia che colpisce i cani più "vecchiotti", senza grosse distinzioni di razza e sesso, anche se a onor del vero esistono tipologie più esposte.Ipotiroidismo nel cane: diagnosi e causa Abbiamo detto che l'ipotiroidismo è una malattia riscontrabile dal veterinario: durante la visita di controllo il nostro esperto potrà notare segni evidenti ma per una diagnosi impeccabile servono comunque gli esami del sangue e la misurazione degli ormoni tiroidei (anche se questa patologia non può essere esclusa a priori per quei cani con un livello di ormoni nella norma). Ad ogni modo la causa principale dell'ipotiroidismo nel cane è la distruzione della tiroide per via di un'infiammazione immunomediata, con conseguente atrofia idiopatica e malfunzionamento della stessa. In parole povere: il sistema immunitario del nostro cane danneggia i tessuti tiroidei come se fossero dei corpi estranei. Ciò, come abbiamo detto, riduce la quantità di ormoni e quindi il pet avrà tutta una serie di problemi metabolici che vediamo adesso.Ipotiroidismo nel cane: sintomi Compaiono in età avanzata, ma non è da escludere che anche cani giovani vengano colpiti dalla patologia. Le razze più predisposte sono: Golden retriever, Pinscher, Alano, Barboncino, Bassotto, Beagle, Boxer, Bulldog inglese, Cocker spaniel, Dobermann, Setter irlandese, Alaskan malamute, Volpino, Schnauzer nano e Terranova. Ma quali sono i sintomi in caso di ipotiroidismo nel cane? Ecco una lista dei più frequenti:letargia inattività aumento di peso perdita di pelo (alopecia) mantello secco e fragile inscurimento della pelle (iperpigmentazione cutanea) dermatiti e otiti ricorrentiIpotiroidismo nel cane: cura e prevenzione Il veterinario vi darà sicuramente la terapia migliore per affrontare il problema: essa si sostanzia nell'assunzione dell'ormone mancante. Si tratta di farmaci orali (come ad esempio la levotiroxina sodica, analogo sintetico dell’ormone T4) da somministrate quotidianamente, una o due volte al dì. Seguendo l'iter prescritto dal nostro esperto il cane affetto dalla malattia potrà condurre una vita normale: in genere i miglioramenti si possono riscontrare già dopo le prime due settimane. Per quanto riguarda invece la prevenzione, il consiglio è quello di far controllare periodicamente il vostro cane: fategli fare un check-up, con il quale poter controllare lo stato generale della sua salute.

intelligenza dei cani

Le razze di cani più intelligenti: la classifica di stanley coren

Curiosità Redazione -

INTELLIGENZA DEI CANI: LE RAZZE PIÙ INTELLIGENTI SECONDO STANLEY COREN Quali sono le razze più intelligenti? Stanley Coren ha stilato una classifica sull' intelligenza dei cani, ma non tutti sono d’accordo. Che i cani siano intelligenti è ormai da tempo assodato, ma c’è chi non si è fermato a questa constatazione di fatto, ma è andato oltre cercando di elaborare una graduatoria delle varie razze di cani sulla base della maggiore o minore intelligenza. Lo ha fatto Stanley Coren, professore e ricercatore dell’Università British Columbia di Vancouver ed appassionato cinofilo, che ne ha studiato a lungo le capacità mentali. È diventato famoso a livello mondiale con la pubblicazione del suo libro “ L’ intelligenza dei cani ”, tradotto in 26 lingue diverse e che gli ha portato vari riconoscimenti. Come si capisce dal titolo, Coren ha stilato una vera e propria classifica delle razze di cani più intelligenti, basandosi sulla capacità di apprendere in fretta nuovi comandi e eseguirli continuativamente nel tempo.Il gradino più alto del podio spetterebbe al Border Collie, un cane di origine inglese, tradizionalmente utilizzato per la conduzione delle greggi: proprio il dover gestire centinaia di pecore, spesso in autonomia, a distanza dal conduttore, avrebbe acuito in questa razza una maggiore capacità di problem solving. Inoltre, svolgendo un lavoro che prevede un preciso coordinamento con il pastore e spesso con altri cani, il Border Collie ha sviluppato particolarmente l’intuito e l’abilità a comprendere immediatamente, anche solo attraverso piccoli cenni, i comandi dell’uomo o i segnali provenienti dagli altri animali. Al secondo posto in classifica compare il Barboncino: è un cane molto attento a ciò che lo circonda e un fine osservatore; inoltre è in grado di adeguarsi con grande facilità alle abitudini dell’umano con cui condivide la propria esistenza. Tra le caratteristiche tipiche di questa razza anche la fedeltà verso il padrone, la docilità e il senso di accudimento nei confronti dei bambini. Ai primi posti della classifica non poteva mancare il Pastore Tedesco: da sempre una delle razze di cani più diffuse al mondo, nella sua storia è stato impiegato in molteplici attività di difesa, di ricerca, di salvataggio. Questo perché è un cane molto versatile, capace quindi di adattarsi a svolgere compiti diversi e impegnativi, che impara velocemente e facilmente. Se a questo aggiungiamo lo spiccato senso del dovere e l’obbedienza verso il padrone, la potenza fisica, la grande velocità e la protezione verso la famiglia, è facile capire perché sia una delle razze di cani più amate. Appena fuori dal podio troviamo il Golden Retriever, un cane molto docile di indole, obbediente, sempre alla ricerca dell’approvazione dell’essere umano, il che lo rende ancor più incline ad apprendere i comandi del padrone, allo scopo di compiacerlo, soddisfacendo le sue richieste. Proprio per queste sue caratteristiche è adatto a svolgere attività con persone affette da varie forme di disabilità, fisica o mentale; da qui il suo largo utilizzo nella Pet therapy. Al quinto posto troviamo Il Dobermann Pinscher: altro che cane destinato ad impazzire come si credeva un tempo! Il Dobermann è un cane intelligente, con un’ottima memoria; non è portatore di aggressività innata, come spesso si pensa, ma è piuttosto molto legato (a volte quasi morbosamente) al proprio padrone e istintivamente portato difendere la proprietà e la famiglia ad ogni costo. Proprio la sua tenacia, forza e coraggio nello svolgere il compito di guardiano e protettore hanno determinato la cattiva fama che ha accompagnato questa razza di cani in passato. LE ALTRE RAZZE DI CANI SARANNO DAVVERO MENO INTELLIGENTI? Dopo questi primi “magnifici cinque” la classifica sull'intelligenza dei cani di Coren prosegue fino al 79° posto, occupato dal Levriero; per completezza la riportiamo di seguito per intero, nel caso qualche padrone fosse curioso di vedere in che posizione si è classificato il suo amato quattrozampe, ma va detto che questa graduatoria ha suscitato molti pareri contrastati, come descritto nell’articolo “L’ intelligenza dei cani (2° parte): ma di quale intelligenza stiamo parlando?”.Ecco per intero la classifica delle razze di cani più intelligenti di Coren (dal 6° al 79° posto): 6 Pastore Shetland 7 Labrador 8 Pappilon 9 Rottweiler 10 Australian Cattle Dog 11 Welsh Corgi Pembroke 12 Zwergschnauzer 13 English Springer Spaniel 14 Tervuren 15 Schpperke - Pastore Belga 16 Collie - Keeshond 17 Kurzhaar 18 Flat coated retriever - Cocker Spaniel- Schnauzer 19 English Spaniel 20 Cocker Americano 21 Weimaraner 22 Malinois - Bernese 23 Volpino di Pomerania 24 Irish Water Spaniel 25 Vizla 26 Welsh Corgi 27 Chesapeake Bay retriever - Puli - Yorkshire 28 Rieseschnauzer - Cao de Agua Portoghese 29 Airedale Terrier - Bovaro delle Fiandre 30 Border terrier - Briard 31 Welsh Springer Spaniel 32 Manchester terrier 33 Samoiedo 34 Field Spaniel - Terranova - Australian Terrier - American Staffordshire terrier - Setter Gordon - Bearded Collie 35 Cairn terrier - Kerry Blue terrier - Setter Irlandese 36 Norwegian Elkhound 37 Affenpincher - Silky terrier - Zwergpinscher - Setter Inglese - Pharaon Hound - Clumber Spaniel 38 Norwich terrier 39 Dalmata 40 Soft Coated Wheaten terrier - Bedlington terrier - Fox terrier 41 Curly Coated retriever - Irish Wolfhound 42 Kuvasz - Australian Shepherd 43 Saluki - Spitz finnico - Pointer 44 Cavalier King Charles Spaniel - Drahtaar - Black and Tan Coonhound - American Water Spaniel 45 Siberian Husky - Bichon Frisé - English Spaniel 46 Tibetan Spaniel - English Foxhound - Otteehound - American Foxhound - Greyhound - Griffone 47 West Highland White terrier - Scottish Deerhound 48 Boxer - Alano 49 Bassotto - Staffordshire Bull terrier 50 Alaskan Malamute 51 Whippet - Shar pei - Fox terrier 52 Rhodesian Ridgeback 53 Ibizan hound - Welsh terrier - Irish terrier 54 Boston terrier - Akita Inu 55 Skye terrier 56 Norfolk terrier - Sealyham terrier 57 Carlino 58 Bouledogue francese 59 Griffone di Bruxelles - Maltese 60 Piccolo Levriero Italiano 61 Chinese crested dog 62 Dandie Dinmont terrier - Vendeen - Tibetan terrier - Japanese Chin - Lakeland terrier 63 Bobtail 64 Pastore dei Pirenei 65 Scottish terrier- San Bernardo 66 Bullterrier 67 Chihuahua 68 Lhasa apso 69 Bullmastiff 70 Shih tzu 71 Basset hound 72 Mastiff - Beagle 73 Pechinese 74 Bloodhound 75 Borzoi 76 Chow Chow 77 Bulldog 78 Basenji 79 Levriero Afgano

Quanto vive un cane? vita media di un quattrozampe

Salute del cane Redazione -

Quanto può vivere un cane? Secondo quanto emerso da recenti studi la vita media del cane si sarebbe allungata negli ultimi quarant’anni. Diversi istituti di ricerca hanno rivolto le loro indagini scientifiche a cercare di raccogliere dati statistici per capire quanto vive un cane oggi e se l’età dei cani sia in media aumentata. Ne è emerso che la vita media dei nostri amici a quattro zampe si attesta all’incirca intorno ai 12-13 anni grazie ad alcuni fattori che in buona parte sono gli stessi che hanno determinato una maggiore longevità anche di noi esseri umani, ossia una maggiore attenzione per l’alimentazione, migliori condizioni di vita e cure sempre più mirate. Tuttavia bisogna fare le opportune differenze in base alla taglia e alla razza: è confermato che i cani di taglia piccola hanno una vita media di durata maggiore, così come i meticci risulterebbero godere di un’aspettativa di vita più lunga. Il Chihuahua è risultata essere la razza più longeva: supera facilmente i 15 anni d’età e può arrivare anche fino a 20. Seguono poi il Bassotto e il Barboncino, che spesso vivono 17 anni e più, ma anche lo Shih Tzu, lo Yorkshire e il Volpino di Pomerania non scherzano, se si considerano i picchi di età dei cani mediamente raggiunte. In tutti questi casi si tratta comunque sempre di quattro zampe che non superano generalmente i 4 – 6 chilogrammi di peso. Non si conoscono ancora esattamente le ragioni per cui i cani di taglia superiore siano generalmente destinati ad una vita più breve: è un dato di fatto però che in questi l’incidenza di malattie cardiache e osteoarticolari è più alta, il che potrebbe influire sulla statistica. Se un cane di taglia media, come il Beagle o il Cocker, vive 14-15 anni, un Labrador, un Golden Retriever o un Pastore Tedesco arriva oggi ai 12-13 anni, mentre si scende a mano a mano che le dimensioni del quattro zampe aumentano, fino ad arrivare ad una vita media del cane Bovaro del Bernese, del Terranova o dell’Alano che difficilmente supera i 9-10 anni.Quanto e di cosa si ammalano i cani I nostri amici a quattro zampe vivono più a lungo che in passato anche perché sono curati meglio: la medicina veterinaria infatti ha contribuito notevolmente ad aumentare la vita media del cane perché ha compiuto enormi progressi, mettendo a disposizione nuovi mezzi diagnostici, che permettono una prevenzione molto più efficace. Complice il continuo aumento del numero degli animali domestici e la disponibilità dei padroni a spendere anche cifre considerevoli per la salute dei loro pet, l’industria farmaceutica si è concentrata sempre più sulla ricerca in ambito veterinario e ha realizzato nuovi farmaci sempre più specifici. Il risultato è che l’età dei cani è aumentata progressivamente e sono sempre di più quelli che muoiono per patologie correlate alla vecchiaia: uno studio dell’American Kennel Club rivela infatti che le principali cause di morte dei nostri pet sarebbero l’insufficienza renale, l’insufficienza cardiaca e i tumori. Questa ricerca, d’altro lato, afferma che la salute dei nostri cani sarebbe in media buona: dai quasi 400.000 proprietari di cani interpellati infatti sarebbe emerso che oltre il 65% degli animali non avrebbe malattie in corso e che quelli affetti da qualche patologia, soffrono di problemi di lieve entità, come dermatiti e altre alterazioni cutanee, cisti e lipomi oppure otiti e artrite.

glaucoma nel cane

Glaucoma nel cane: cause, sintomi e cura

Salute del cane Redazione -

Il glaucoma nel cane è una grave patologia oculare che, se non trattata in tempo, porta e cecità irreversibile. Il glaucoma consiste nell’aumento della pressione interna all’occhio, quando i liquidi che normalmente umidificano gli occhi non vengono più drenati nella maniera corretta attraverso gli appositi canaletti, provocando un ristagno che genera appunto l’aumento pressorio. Le cause di questo mancato deflusso di liquidi possono essere primarie, quando il problema non è provocato da altre patologie oculari, oppure secondarie, quando invece è la conseguenza di una malattia oftalmica sottostante, come cataratta, uveite, lussazione del cristallino. Tra i fattori di rischio per questa malattia c’è anche l’appartenenza a determinate razze più predisposte, come il Cocker, l’Husky, il Chow Chow, lo Shar Pei, il Beagle, lo Shi Tzu, il Pastore Tedesco.Glaucoma: sintesi Come può il padrone sospettare che il proprio cane sia affetto da questa grave malattia? Anzitutto il glaucoma è molto doloroso per l’animale, che quindi avrà un comportamento insolito, come perdita dell’abituale vitalità, dilatazione della pupilla, frequenti tentativi di sfregamento dell’occhio con la zampa, lacrimazione, continuo sbattimento delle palpebre. Se si notano questi segnali è importante rivolgersi al più presto al proprio veterinario, che potrà diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, utilizzando uno strumento detto tonometro che permette, senza alcuna sofferenza per il cane, di misurare la pressione intraoculare: se questa è superiore ai 25-30 mmHg è considerata elevata. Il veterinario inoltre potrà osservare altri sintomi indicativi di glaucoma, impossibili da individuare per il padrone, come edema corneale, scarsa reattività della pupilla alla luce e, se la malattia è in una fase più avanzata, pupilla scavata e atrofia della retina, fino alla totale cecità. Va sottolineato che il glaucoma può procedere molto velocemente: possono bastare anche pochi giorni perché il cane perda completamente la vista, senza possibilità di riacquistarla; per questo la tempestività di intervento è fondamentale.Glaucoma nel cane: cura Ci sono diverse modalità di intervento, anche in base alla tipologia di glaucoma che affligge il cane: in caso di glaucoma acuto generalmente si procede con una cura farmacologica, somministrando mannitolo, un diuretico osmotico, per via endovenosa, assieme all’applicazione di gocce topiche tre volte al giorno, allo scopo di diminuire la pressione dei liquidi intraoculari. Nel caso si evidenzi anche la concomitante presenza di uveite occorrerà intervenite con la somministrazione di cortisonici, antinfiammatori non steroidei (FANS) e betabloccanti specifici ad uso locale. Se il trattamento farmacologico non sortisce gli effetti sperati si può tentare la soluzione chirurgica; esistono due tipi di intervento: ciclodistruzione e drenaggio con impianto.La ciclodistruzione consiste nell’eliminare chirurgicamente o con l’uso del laser una parte del tessuto ciliare, così da diminuire la presenza di liquidi nell’occhio e, di conseguenza, anche la pressione intraoculare e di aprire maggiormente l’angolo corneale. Il drenaggio con impianto consiste nell’inserire sotto alla congiuntiva un tubicino con una valvola che aiuta a drenare i liquidi dell’occhio. Questo tubicino però può ostruirsi ed annullare l’effetto risolutivo dell’intervento, perciò occorrono controlli periodici per verificare se sia necessario sturare l’impianto iniettandovi appositi fluidi.Piaciuto l'articolo? Potrebbe interessarti anche https://razzedicani.net/gli-occhi-del-cane-lacrimano/

Sperimentazione animale

Sperimentazione animale: l'opinione pubblica si divide

News Redazione -

Sperimentazione animale: due voci contrastanti Quante volte abbiamo sentito parlare della sperimentazione animale ? Definita anche vivisezione (che ricordiamo essere la dissezione di animali vivi) dalle organizzazioni che si oppongono a tale sperimentazione è un argomento che divide l’opinione pubblica. Perfino alcuni “amanti degli animali” si ritrovano a favore di queste sperimentazioni, mentre altri a gran voce dicono che è ingiusta e crudele e lottano per contrastarla. I nostri amici cani sono direttamente coinvolti in queste sperimentazioni. Affrontare questo argomento non è facile perché le motivazione portate da entrambi le parti offrono spunti di riflessione che vale a pena sondare. Poi si sa, l’Italia è un popolo di inguaribili romantici e sensibili che si lasciano prendere dalla foga delle emozioni, in un senso e nell’altro. Chi vi scrive non fa eccezione.  Se mi chiedete se sono a favore o contro la sperimentazione animale, e soprattutto sui nostri amici cani, il mio istinto mi porta a dare una risposta secca e immediata, CONTRO! E non perché non comprenda l’importanza della sperimentazione sia chiaro, ma il mio modo di essere mi porta a non tollerare che di proposito venga fatto del male ad un altro essere vivente per amore della conoscenza e della scienza.  Ho anche provato a spiegare a me stessa che la sperimentazione animale è necessaria per poter scoprire nuove tecniche, nuove medicine che possano salvare una vita, ma quell’istinto che mi batte dentro al cuore ha ribattuto che siamo nel 2016, che ci sono state tante di quelle invenzioni stupefacenti anche in campo medico che si dovrebbe fare tutto il possibile per trovare un metodo di sperimentazione alternativa. I cani che più spesso vengono sottoposti a sperimentazione animale sono i beagle in quanto considerati quelli con caratteristiche cardiocircolatorie più simili all’uomo e mi riesce davvero difficile immaginare questi amici a quattro zampe sofferenti così che noi tutti possiamo avere nuove cure che ci permettono di vivere meglio e più a lungo. Ma il mio è un parere personale e lo scopo di questo articolo non vuole essere quello di imporvi un’opinione quanto, invece, quello di farvi conoscere le motivazioni di entrambe le parti.Sperimentazione animale : una voce a favore Tutte le vite sono importanti, ma quella umana vale più delle altre.  Questo potrebbe essere lo slogan che ci porta a riflettere sulla possibilità di essere favorevoli alla sperimentazione animale. Il progresso clinico è essenziale per combattere malattie come tumori, disturbi neurologici e malattie degenerative. I centri in cui vengono utilizzati i cani dovrebbero (purtroppo il condizionale è d’obbligo) essere esclusivamente quelli specializzati per l’ambito medico che nulla hanno a che fare con le sperimentazioni per prodotti di cosmesi.  Ci si è fatti l’idea che durante queste sperimentazioni i cani vengano torturati ma le voci a favore della sperimentazione animale cercano di chiarire che gli animali sono tutelati e si cerca sempre di procurare loro la minor sofferenza possibile. Molte vite umane sono state salvate da farmaci che sono stati sperimentati sui cani e su altri animali.Sperimentazione animale : una voce contro Ogni anno tantissimi cani, così come altri animali, vengono utilizzati per la sperimentazione animale di farmaci che non saranno mai immessi sul mercato e che spesso, anche quando lo sono, non producono affatto i risultati che vengo pubblicizzati. Si parla di cure miracolose che nella realtà non esistono. Quello che esiste invece è che per questi esperimenti milioni di cani e di altri animali sono morti, spesso con sofferenza.  In una inchiesta pubblicata su linkiesta.it viene dichiarato che il 40% dei farmaci non è efficace o causa effetti collaterali molto gravi. Ed è per questi farmaci che si causano profondi traumi agli animali e spesso anche pesanti danni fisici spesso senza l’ausilio di anestesie. Questo articolo, lo ribadisco, non è, e non vuole essere, un approfondimento su questa tematica così delicata. Vuole essere solo una voce tra le tante che offre uno spunto di riflessione. A voi l’ardua sentenza.